webmaster

Share

Dal Comitato in forma pauperis Cavallerizza 14.45

Lunedì 8 febbraio 2021 il Consiglio Comunale ha approvato il Piano Unitario di Riqualificazione accompagnato dalla Convenzione Quadro. Così il Comune di Torino acquisisce 5260 mq (Maneggio Alfieriano, Salone delle Guardie, Galleria da via Verdi ai Giardini, Rotonda, Aula Magna e Giardini, i due cortili dell’orologio e della manica lunga) con un incremento degli spazi a fruizione pubblica del 6% rispetto allo stato di fatto. Tutti i locali del Comune di Torino in Cavallerizza Reale sono destinati ad una gestione collettiva secondo il Regolamento dei Beni Comuni della città. La Convenzione Quadro prevede inoltre a garanzia del rispetto della vocazione a POLO CULTURALE del complesso, che doverose sinergie tra i Soggetti Attuatori dovranno garantire convenzioni su altri spazi ai piani terreni e ovunque usi anche solo temporanei secondo un programma culturale proposto dalla cittadinanza che verrà accolto da un Comitato Permanente aperto in confronto costante ed in ogni fase (dal progetto alla gestione) con le proprietà.
Le destinazioni d’uso previste sono di residenza d’artista temporanea, servizi, turistico ricettivo e terziario (uffici direzionali). Chiunque voglia trasformare una parte di Cavallerizza Reale, deve rispettare la Convenzione e quindi è obbligato a partecipare al confronto pubblico.
Ci sarà un bando in cui si definiranno le proprietà ma Cavallerizza Reale è un Polo Culturale in parte privato, in parte pubblico (beni comuni) in cui nessuno ha il potere di fare come a casa propria.
L’Assemblea farà parte del Comitato Permanente, insieme a tutti i soggetti portatori di interesse, con potere di controllo riconosciuto di legge e attiverà un primo presidio in Cavallerizza nel Salone delle Guardie e cortile dell’orologio. L’Assemblea farà anche parte del Tavolo Tecnico che gestirà le attività di tutta Cavallerizza insieme al Comune di Torino e ai soggetti presenti negli spazi di Cavallerizza.

Come è possibile dialogare con chi ci ha sgomberato e forzato a trattare la nostra fuoriuscita da Cavallerizza?
L’Assemblea non è responsabile delle scelte dell’Amministrazione. Imporci come interlocutori credibili che non hanno mai abbandonato la missione ha evitato che Cavallerizza diventasse oggetto di speculazione senza testimoni e idee. Il Comitato formato in seguito al Verbale di Intesa con Sindaca e Prefetto, ha trasformato l’occupazione in una entità legalmente riconosciuta prima in Italia di artisti uniti dal rispetto per la cultura per tutti.

Il PUR svende ai privati una Cavallerizza fatta a pezzi?
Non ci sono risorse per il Comune di Torino di decartolarizzare il bene. Senza l’approvazione del PUR non ci sarebbe stata la Convenzione Quadro quindi invece della garanzia di una destinazione finale condivisa e partecipata ci sarebbe stata la libertà degli attuali proprietari di farne tutt’altro senza vincoli né visibilità da parte della città che torna ad esercitare il controllo che da anni ha permesso al sogno di una Cavallerizza unica e culturale di sopravvivere.

Ad uso pubblico non vuol dire di tutti e per tutti.
Grazie all’esperienza di Assemblea 14:45 in Cavallerizza, la Città di Torino si è dotata del più importante regolamento nazionale in materia di Beni Comuni. Tutti gli spazi di proprietà del Comune saranno gestiti secondo il Regolamento dei Beni Comuni a partire dal Salone delle Guardie che la Comunità di riferimento gestirà secondo le modalità di un governo condiviso per una fruizione collettiva partecipata non esclusiva e non a scopo di lucro. Il Patto di collaborazione tra Comunità e Amministrazione è il primo passo dell’applicazione dei principi del Regolamento verso un’esplorazione sempre più profonda delle possibilità legate a questo strumento secondo il quale il libero sviluppo del cittadino e l’attivismo è fondamentale per costruire un futuro sostenibile e felice.

O tutta Cavallerizza di tutti o niente.
La Convenzione Quadro apre per Cavallerizza una grande sfida per cui il processo di trasformazione e seguente gestione, sarà un campo di sperimentazione in cui entità private e pubblico comuni dovranno trovare sinergie tali da valorizzare il patrimonio fisico ed immateriale. Compito della Comunità è riportare al Tavolo tecnico di confronto soluzioni per permettere a nessuno di rimanere indietro. La Convenzione Quadro è uno scheletro che tiene unite le porzioni del complesso ma anche le intenzioni.

Perché PUR e non PURA?
Il PUR insieme alla Convenzione Quadro può e deve essere il PURA. Il progetto alternativo propone infatti a tutti i Soggetti coinvolti di partecipare alla creazione di un unico organismo che porti alla realizzazione di una cittadella per l’arte e la cultura di tutti, anche privati, che collaboreranno ognuno secondo possibilità alla realizzazione del Bene. La Convenzione Quadro è la garanzia giuridica. Il PURA sostiene un modello virtuoso di produzione di ricchezza intesa come valore e scambio. L’Assemblea ha il potere adesso di realizzare il miglior PURA possibile.

Leave A Comment

  1. gaetano rossini 26 Marzo 2021 at 20:30 - Reply

    nel mentre leggevo ripercorrevo a memoria un paio di quei 4 anni di occupazione che tanto hanno influenzato i miei convincimenti sulla natura del concetto di proprietà e come esso sia stato messo a dura prova. da qualunque angolazione teorica lo si vedesse. il pur – pura, come vengono inquadrati in questo articolo, sono la conseguenza inevitabilie di un lungo braccio di ferro fra due tentativi di risposta, inizialmente antagoniste circa il futuro degli assetti proprietari e di destinazioni d’uso di tutti gli spazi della Cavallerizza. potrei dire che si è raggiunto un provvisorio equilibrio con un ” trattato armistiziale ” che ha il merito di aver evitato ulteriori danni alla rispettive cause ma che non esclude l’aprirsi di un percorso che porti per gradi di avvicinamento al raggiungimento di una Cavallerizza proprietà pubblica ma con una articolazione regolamentare e modalità nell’applicazione che consenta al privato, sano e responsabile, di accettare questa sfida: una Cavallerizza di tutti/e dove il Polo Culturale si arricchisce e si colora col contributo di tutti/e. dove all’Arte e alle sue libere espressioni siano tolte le ultime catene di ogni tipo che ne hanno mortificato l’obiettivo di giungere a tutti. cioè appunto Bene Comune.

Related Posts