La Cooperativa Stefano Rodotà, Generazioni Future, ha sottoscritto il comunicato dell’ass. Teatri Consapevoli che potete leggere di seguito:
l’Associazione Nazionale Teatri Consapevoli esprime il proprio sostegno al lavoratore
Siamo professori d’orchestra, artisti di coro, danzatori, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, della cultura.
Intendiamo esprimere il nostro sostegno al Professore d’orchestra della Fondazione “Arturo Toscanini” di Parma, licenziato a seguito del rifiuto di sottoporsi a continui tamponi anti-Covid.
Riteniamo si tratti di un licenziamento irricevibile, dopo 38 anni di servizio svolto sempre in modo impeccabile. È una decisione definitiva, dicono i vertici della Fondazione che gestisce l’orchestra, tuttavia i sindacati risulta abbiano dichiarato: “Preannunciamo da subito che se la vicenda non si concluderà, come pensiamo, con il reintegro del lavoratore ed il pagamento degli arretrati, chiederemo a gran voce le dimissioni del Sovrintendente Alberto Triola, responsabile di quanto accaduto. Inoltre denunceremo alla Corte dei Conti i componenti del Consiglio di Amministrazione per il danno economico procurato alla Fondazione”.
Come lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della musica reputiamo gravissimo che una fondazione, tra l’altro così prestigiosa, assuma dei comportamenti che appaiono all’evidenza come in contrasto con valori costituzionali e diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, anche, certamente non solo, in considerazione delle idiosincrasie a cui nostro malgrado siamo costretti ad assistere ogni giorno, ormai evidenti a tutte e a tutti: è possibile stare ammassati sui mezzi pubblici, senza nemmeno poter mantenere un minimo di distanza; è possibile stare seduti a tavola al ristorante, giustamente, ma nelle orchestre bisogna spesso suonare a volto coperto, nonostante il distanziamento come da protocollo e le recenti linee guida approvate in Conferenza delle Regioni che prevedono la possibilità di abbassare il dispositivo di protezione in condizione statica di distanziamento.
Addirittura spesso si deve cantare con la mascherina, pur in presenza di un più che adeguato distanziamento, in barba alla fisiologia del respiro e dell’atto cantato, e alla stessa espressione artistica.
Si arriva quindi a determinare, sulla base di protocolli aziendali che interpretano in modo apparentemente arbitrario o comunque peggiorativo norme e decreti già di per sé di dubbia costituzionalità, un continuo quanto ingiustificabile tamponamento, soprattutto dei reparti artistici.
Dopo più di un anno dall’inizio di questa crisi sociale e sanitaria, dopo la provata efficacia delle cure domiciliari precoci, appare a nostro parere non più tollerabile mantenere questo clima di terrore e sospensione dei diritti fondamentali.
La libertà di scelta, il consenso libero e informato, sono diritti inviolabili; il rispetto della dignità umana è un valore assoluto, non negoziabile, come insegna l’articolo 32 della nostra Costituzione.
Siamo cittadini consapevoli, non sudditi: la pandemia non può sospendere la democrazia e la politica non può sottostare agli interessi del potere tecnologico e finanziario.
Sentiamo il bisogno di unirci e vigilare attentamente sugli episodi di ricatti lavorativi per contrastarli e ricreare un clima armonioso sul lavoro e nella vita civile, nel pieno rispetto della democrazia e dei valori costituzionali.
Riprendiamoci il diritto a respirare, a cantare, a suonare, a lavorare in condizioni dignitose. Riprendiamoci la vita!
12.05.2021
A.N.Te.Co. – Associazione Nazionale Teatri Consapevoli
Non trovo senso in una condizione di vita che nega i bisogni fondamentali della vita stessa: respirare, muoversi, toccarsi, vicinanza, contatto, intimità, rispetto e soprattutto essere libero di scegliere.
Dichiaro di voler vivere secondo questi bisogni universali e di accettare il rischio di morire, come è sempre stato del resto, piuttosto che proteggermi ad oltranza. Preferisco che la morte mi trovi vivo.
Possiamo fare qualcosa per sostenere questo professore d’orchestrare e chiedere che venga reintegrato?
@Linda
Ahimè, in questo mondo di paura e pressapochismo c’è ben poco che possiamo fare se non diffondere le notizie che vengono sistematicamente nascoste, come questa.
@Linda
Ahimè, in questo mondo di paura e pressapochismo c’è ben poco che possiamo fare se non diffondere le notizie che vengono sistematicamente nascoste, come questa.
Occorre diffondere e diffondere, anche alle persone del settore che hanno perso la fiducia di un ritorno attivo alla loro arte! Grazie per l’iniziativa e la condivisione!