Le passioni tristi, a cominciare dalla paura e dall’assenza di speranza, godono ovunque di ottima salute e investono in modo diverso grandi e piccoli. In realtà viviamo prima di tutto il tempo della paralisi dell’immaginazione, quella che per Stefania Consigliere chiama “l’incapacità di guardare oltre le mura delle prigione che ci sta soffocando”. Una strada da percorrere per mettere in discussione quella paralisi è la ricerca di modi diversi di pensare, di vivere, di lottare: esistono, sono spesso poco visibili e limitati, si tratta di riconoscerli e proteggerli. C’è chi, per alimentare questa sforzo parte dall’arte e dalla residenza artistica itinerante.
Giulia Giordano, attrice (di cinema e di teatro), autrice, e operatrice teatrale in contesti educativi, ad esempio, ha avviato sul campo una ricerca di “nuovi modi di vivere in linea con un approccio ecosofico”: un viaggio, spiega, tra comunità, ecovillaggi, esperienze di cohousing, ma anche scuole libertarie e scuole di outdoor education. Per ogni tappa della residenza artistica itinerante conduce i suoi laboratori di teatro con persone di differenti età, culture, esperienze. La prima parte del viaggio si svolge in Italia e in Europa poi in altri continenti. La residenza artistica diventa così un atto d’amore per chi crede che l’arte possa essere uno strumento per cambiare l’esistente.
Scrive Giulia (da sempre vicina a Comune-info): “Il nostro viaggio (la proposta coinvolge anche sua figlia Stella Lu di otto anni) in verità è iniziato un anno fa, quando abbiamo lasciato Roma e ci siamo trasferite vicino al bosco e alla scuola libertaria Albero della Tuscia, affascinate dalla Comunità Rurale Diffusa e dalla natura selvaggia di quei territori; da qualche settimana abbiamo lasciato la casetta in cui abitavamo e siamo tra Toscana, Marche, Emilia Romagna; dopo le ultime tappe nel Nord Italia varcheremo i confini della penisola…”.
Per accogliere una tappa della residenza artistica itinerante e per sostenere la proposta di Giulia Giordano è possibile cliccare qui e qui.
Ogni giorno di ogni mese di ogni anno dalla notte dei tempi, ed affatto il solo venerdì, la Vera Umanità già sta “ecosofica” negli spazi rurali collinari, montuosi, valligiani, in cui il Capitalismo non ha trovato interesse o possibilità logistica di impiantarsi con industrie produttive. “La libertà ce l’hai già” cantava il misconosciuto MArino GAETANO nella sua “Amiamoci e partite”. Senza rivendicare diritti e rovesci, senza dover combattere scarichi gassosi sotto un cielo perennemente solcato da ben più drastiche e inquietanti scie di sedicenti velivoli di linea, tutto l’ “alternativo” al Sistema già (e da sempre) ESISTE appena fuori porta, non fosse che quella porta non la s’apre per indotta sindrome da sofà digitale. Viva la campagna unico Inno Partigiano, grazie cumpare anarchico Nino Ferrer, dimenticato dai media e dai techeté. E buona strada a Giulia.