di Ugo Mattei
Qualche riga per chiarire l’ importanza fondamentale della mobilitazione per l’ organizzazione di Caucus del CLN su tutto il territorio nazionale. Abbiamo oggi attivato qualcuno su tutti i territori con la sola eccezione di Molise, Basilicata e Alto Adige. I dettagli verranno pubblicati. L’ ultima data sarà la Sicilia, a Palermo il 18 giugno. Poi entro fine giugno a Roma faremo il supercaucus conclusivo per il rappresentante del Lazio e per eventuali altre decisioni per completare i 21 eletti.
Ma i caucus non servono soltanto a questo. L’ esperienza delle prime Piazze deliberanti in Italia, che avevamo sperimentato un anno fa con Futura per i beni comuni a Torino, può andare ben oltre nell’ ambito di un grande progetto istituzionale di ripristino della democrazia. Infatti i caucus regionali hanno delle funzioni:
- La prima è di selezionare i componenti del coordinamento nazionale
- la seconda è di attivare a cascata caucus CLN provinciali e poi comunali fino a quello di quartiere nelle grandi città.
Solo cosi’ il CLN potrà diventare davvero uno strumento politico all’ altezza delle difficoltà in cui ci ha sprofondato l’ occupazione draghista del potere, che è nostro primario compito sconfiggere per salvare la Costituzione dalla furia “legoclastica” del potere. Il draghismo infatti, costruendo emergenze distrugge ogni principio giuridico che ancora governa il nostro paese, prima di tutto la capacità della cittadinanza di stare insieme nel reciproco rispetto. Queste sono condizioni che, qualora esasperate dai morsi di una crisi economica annunciata, possono produrre stasis, ossia guerra civile. Per questo i CLN di prissimità, i caucus di comune e di quartiere, diventano essenziali come luoghi permanenti di pratica democratica, di decisione, autoformazione, e mutuo soccorso.
Sono “luoghi democratici”, l’opposto dei “non luoghi” neoliberali , come i centri commerciali.
Nei caucus le persone possono tornare alla cittadinanza dismettendo i panni dei nudi consumatori e rifiutando di essere ridotti a dati. Qualcosa come case del popolo anche senza casa, perché possono svolgersi nelle piazze alla bisogna, con funzioni immediate ed emergenziali simili a quelle dei Comitati a difesa della Rivoluzione nati spontanei per organizzare in anticipo la strategia di resistenza nella Cuba degli anni sessanta sotto costante pressione imperialista statunitense. Se riusciamo in questa impresa titanica di organizzazione davvero costituente di luoghi fisici e politici (e piazze dei caucus CLN appunto) in cui qualsiasi persona che si riconosce nei valori della Costituzione e della resistenza contro l’ occupazione draghista del potere, può porsi in relazione con altri per condividere analisi, pratiche e anche, se le cose non degenerano, socialità, avremo costruito le condizioni generali per restare umani e dunque cittadini. Potremo allora essere fieri di aver contribuito, ciascuno con il proprio piccolo o grande contributo, a salvare la democrazia e a scacciare l’ oppressore.
I caucus sono dunque semi di nuove istituzioni democratiche che piantiamo nelle macerie della finta democrazia costituita italiana, sperando che con la cura di tutti noi, essa possa tornare ad essere sinonimo di uguaglianza, rispetto e libertà.
Mobilitiamoci davvero, da subito ognuno nell’ambito di vicinato, con i propri amici, conoscenti, o colleghi, iniziando a parlarne per dare vita a questo grande progetto ricostituente! Prima che sia troppo tardi. I caucus non sono antipolitica, sono la nuova politica che farà nascere fiori dal letame in cui si è ridotta quella dello spettacolo draghista che va in onda sui media ufficiali.
Mi auguro veniate in tanti anche a Terracina, dove i rappresentanti delle istituzioni (FdI, Lega, e FI) in carica da almeno due decenni, che entrano e si fanno rilasciare dal carcere, hanno cementificato gran parte del territorio, e non si fermano davanti a nulla con minacce ed intimidazioni ai rappresentanti di Legambiente, Europa Verde, e Sinistra e Libertà. Quelli del PD sono quasi inerti. Poi ci sono gli sparuti superstiti dei 5stelle che sembra si attivino a giorni alterni. L’associazione Antimafia Antonino Caponnetto ha fatto varie denunce in procura, oltre ad interpellanze parlamentari per far sciogliere il comune e commissariarlo per mafia, visto che i migliori soci ed amici dei politici sono personaggi legati a n’drangheta e camorra, di casa su tutta la provincia. I braccianti, prima rumeni, poi africani, e ultimamente in prevalenza Sikh, subiscono angherie e sono schiavizzati dai caporali locali. Li aiuta Marco Omizzolo, difensore dei loro diritti che durano pochi giorni e poi vengono di nuovo violati.
La popolazione non ha una vera comunità solidale. Sono omertosi ed ognuno pensa a sè. Mi vergogno di vivere qui e vi prego dal profondo del mio cuore di aiutare chi vorrebbe che ritornasse normale.
“Democraticamente” sono stato radiato da questo sito dopo che mi era stata richiesta email di contatto, ingenuamente scritta al webmaster, ed impiegata per bloccare il mio accesso e i miei interventi, che non erano “disturbanti” ma “integranti” nelle intenzioni.
Mattei, pensavo di entrare nel suo ufficio di Docente come uno Studente (pur a mia volta avendo titolo accademico) interessato al confronto, ma parimenti agli “scienziati” di Speranza vengo escluso dalla stanza degli attacca-bottoni… Quale la mia “colpa”? Essere genuino?
Democrazia del caucus, direi dunque…
Caro dottor Ramingo, siamo persone comuni che lavorano su base volontaria per Generazioni Future, abbiamo ricevuto la sua mail, ma non abbiamo ancora avuto modo di rispondere.
Grazie Webmaster, il mio disagio deriva però dal fatto che i miei commenti sono attualmente bloccati se contrassegnati dall’indirizzo email dal quale ho inviato il contatto, il che mi suona “complottisticamente” sospetto… In questo momento (terminale) della Storia anche le differenze se unite contro l’omologazione orwelliana sono ricchezza e non rivalità, e se volete io qui sono a dire e fare la mia parte… Laddove invece trovo refrattarietà al confronto libertario divento insopportabile e dannoso, motivatamente…
A chi volesse passare qualche ora in buona compagnia mi permetto di suggerire la lettura ( o rilettura ) di “L’ora del riscatto” di Giaime Pintor , possibilmente in una edizione che includa anche la sua ultima lettera, scritta nel novembre del 1943.