In occasione dell’Assemblea Nazionale di Generazioni Future del 12 giugno 2021, il socio attivista Raniero Regni ha portato all’attenzione dei partecipanti un tema molto importante per i Beni Comuni Ambiente e Salute: l’utilizzo del CSS (Combustibile Solido Secondario) nel processo produttivo del cemento. Ha parlato a nome del Coordinamento nazionale NOCSS nelle cementerie, e di più di 50 comitati ambientali costituiti da cittadini di varie regioni che si sono ritrovati esposti involontari all’azione di industrie insalubri di prima classe come le quasi trenta cementerie presenti in Italia.

Il Coordinamento nazionale NOCSS nelle cementerie, come tanti altri soggetti del mondo del lavoro, dell’ambientalismo, della sanità e della cittadinanza attiva assiste con incredulità alle scelte che il governo sta mettendo in campo sia in merito al PNRR sia e soprattutto al “Decreto Semplificazioni” che lo accompagnerà.

Ancora oggi dobbiamo difenderci dal Decreto Semplificazioni dove si stabilisce lo smantellamento di quanto dovrebbe garantire i cittadini, a partire dall’attacco frontale alla VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) facendo una scelta di campo a favore degli interessi dei produttori di rischio. Nessun investimento nel sistema di prevenzione e protezione ambientale che deve valutare tutte le opere del Recovery Plan.

Nel Decreto Semplificazioni la partecipazione dei cittadini è tagliata, si esclude il loro ruolo attivo, la possibilità di rimpossessarsi del diritto di parola sulle decisioni che hanno impatto sulla salute, sulla qualità della vita e sull’ambiente.

La VIA è, nell’ambito della normativa europea, strumento fondamentale di politica ambientale. Una procedura che per sua natura è strutturata sul principio dell’azione preventiva e sul principio di precauzione. L’Unione Europea ha realizzato diversi resoconti sull’andamento dell’applicazione della VIA e ciò che è stato fatto notare per l’Italia non sono i tempi lunghi, non il fatto che sia un ostacolo alla libera iniziativa, ma che il livello di soglia di ammissione alla VIA è troppo restrittivo, che ci sono problemi sul controllo di qualità del procedimento, sul frazionamento dei progetti per sfuggire alla VIA, sull’assenza di valutazione degli effetti cumulativi sull’ambiente.

Si è evidenziata la necessità di migliorare la formazione del personale delle amministrazioni competenti, la valutazione del rischio, i sistemi di monitoraggio, la conoscenza dei nessi tra salute umana e ambiente, la necessità di facilitare la partecipazione dei cittadini. Nessun riferimento alla Sindrome Nimby citata dal Ministro Cingolani per ridicolizzare la richiesta di partecipazione e per giustificare lo smantellamento di quanto la norma internazionale pone a difesa dei cittadini, secondo quanto previsto anche dalla nostra Costituzione agli articoli 32, 41 e 42. Come è stato scritto, di fronte alle scelte che sta facendo, più che un Ministero della transizione ecologica, Cingolani guida un Ministero della transizione “eco-illogica”: invece di fermare e impedire quei processi che danneggiano irrevocabilmente l’ambiente, consegnandoci ad una crisi ambientale grave e inedita, si propone un’aggiunta di infrastrutture e interventi lesivi.

Ridurre i tempi della VIA, ridurre il contraddittorio tra i diversi portatori d’interesse compresi gli Enti locali, le USL, le articolazioni periferiche dello Stato, significa solo liberare gli interessi privati dal questo “inutile ingombro”. Le Misure di Semplificazione per la promozione dell’economia circolare prevedono addirittura che una semplice comunicazione senza alcuna valutazione preventiva sia essa VIA, VAS o VIS, senza alcuna possibilità di presentare osservazioni e di insediamento di una Conferenza dei Servizi consente il co-incenerimento di CSS combustibile nei cementifici, industrie insalubri di prima classe. Questa pratica ha già trasformato i 27 cementifici d’ Italia in vere bombe ecologiche con effetti drammatici sulla salute dei cittadini.

Il danno creato nel 2013 dal Decreto Clini, con il Decreto Semplificazioni, viene letteralmente “cementato” a protezione degli interessi della lobby del cemento. Il Ministero dell’Ambiente, ascoltando quanto richiesto dai comitati presenti nella maggioranza delle regioni italiane e quanto rilevato in sede europea, avrebbe dovuto cancellare la vergogna del Decreto Clini che, semplicemente “rinominando” i rifiuti come combustibili, li ha sottratti al rispetto delle norme e precauzioni ad essi applicabili facendone addirittura uno strumento di realizzazione della economia circolare che in realtà non prevede affatto il ricorso all’incenerimento. Il Decreto Clini ottiene l’effetto perverso di stimolare la produzione di rifiuti da incenerire, perché’ per ogni tonnellata aggiuntiva ci si guadagna tre volte: le ecomafie che prelevano i rifiuti da dove non si possono più bruciare; i cementifici che li pagano zero o comunque meno del più economico combustibile e che vendono tanti più crediti di Carbonio quanti più rifiuti bruciano.

Il PNRR utilizza risorse europee, ma non rispetta le regole e le indicazioni europee in cui, con grande chiarezza, l’incenerimento è classificato come una ipotesi recessiva nell’ambito della economia circolare, come ribadito anche dall’ultimo decreto di recepimento del pacchetto europeo sull’Economia circolare n 116/2020. La UE indica i criteri da adottare per l’utilizzo dei Recovery funds tra essi è incluso il DNSH (do not substantial harm: non causare danno sostanziale alla economia circolare), criterio già presente nella taxonomy UE, nella lista di attività economiche ambientalmente sostenibili, esclude espressamente l’incenerimento (G. U. UE del 18 febbraio 2021).

Il PNNR sembra voler dare soldi invece alle stesse filiere che hanno prodotto l’attuale danno ambientale.

Che senso ha annunciare l’introduzione nella Carta Costituzionale dei valori della sostenibilità ambientale quando si lavora quotidianamente allo smantellamento di ogni presidio, di ogni protezione di ogni azione preventiva nei confronti dell’ambiente e dell’uomo?

L’Italia è un Paese che ha bisogno di regole non di deroghe, con la scusa della semplificazione invece si inseriscono deroghe e sospensioni di norme a favore dei soliti gruppi di interesse.

Pertanto il Coordinamento nazionale NOCSS nelle cementerie e più di 50 comitati ambientali si appella a tutte le forze politiche, in primis al Presidente della Repubblica, affinché si attivi per modificare il Decreto semplificazioni ed abrogare il Decreto Clini, dicendo invece sì ad un’autentica difesa di quei beni comuni strettamente collegati come la salute e l’ambiente, dicendo sì ad una vera, coraggiosa e indispensabile economia circolare capace di produrre davvero futuro.

Alla luce di quanto sopra Generazione Future esprime piena e totale solidarietà ai Comitati NOCSS nelle cementerie, e invita i territori e tutti gli attivisti a diffondere questo messaggio di forte preoccupazione.

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