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Già Goebbels diceva che una menzogna ripetuta un milione di volte diventa verità; inversamente, possiamo dire che una verità taciuta un milione di volte diventa menzogna. Non è un caso che la Soluzione Finale sia stata un segreto di Stato gelosamente custodito fin dalla sua programmazione. Questa segretezza aveva anche offerto un alibi per non prendere posizione, per restare in quella “zona grigia” di cui Primo Levi scrisse a lungo: “se fosse stato vero – si ripeteva chi desiderava sottrarsi dal prendere posizione – la stampa lo avrebbe riportato”. Sin dalla sua fondazione, l’ANPPIA ha sempre combattuto questi fenomeni, si è sempre proclamata contraria a quella sindrome di indifferenza, anzi di complicità, che genera le catastrofi a cui i nostri padri costituenti si sono opposti. E non può restare indifferente di fronte a un caso come quello che vede coinvolto il fondatore di Wikileaks. Julian Assange non ha commesso alcun crimine. La persecuzione giudiziaria a cui è sottoposto maschera il tentativo di punire un giornalista che ha svolto in maniera innovativa il proprio diritto/dovere di informazione, al fine di evitare che il suo esempio possa venir seguito da altri. Ad essere in gioco è quindi, oltre alla sua persona, che andrebbe in ogni caso tutelata, la libertà [...]


