• Published On: 12 Marzo 2024

    Leggi dalla fonte Documentazione scientifica, eventi estremi che si moltiplicano in tutto il Paese, appelli della società civile, un atto di citazione rigoroso e un percorso di cause climatiche in tutta Europa non sono bastati per il Tribunale di Roma.  Per la giudice infatti la nostra causa è inammissibile per difetto di giurisdizione. Così la giudice evita di entrare nel merito delle richieste presentate dai ricorrenti e dal mondo dell’attivismo climatico. Cosa dice la sentenza Dopo più di due anni e mezzo di udienze e migliaia di pagine di documentazione prodotta, era lecito aspettarsi che il tribunale entrasse nel merito del giudizio. La scelta stride particolarmente con l’oggetto stesso della causa, che riguarda l’urgenza di un’azione efficace contro i cambiamenti climatici, la cui accelerazione rappresenta una minaccia per il godimento di tutti i diritti umani riconosciuti e tutelati dal nostro ordinamento. Con la causa si chiedeva al giudice – considerata l’esistenza di un preciso dovere dello Stato nell’agire efficacemente per rispettare gli impegni assunti in ambito climatico e tutelare i diritti fondamentali minacciati dagli stravolgimenti climatici – di riconoscere che l’insufficienza delle politiche climatiche in campo minaccia il godimento dei diritti fondamentali e, di conseguenza, di imporre allo Stato di rivedere al rialzo gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Nella scarna sentenza si […]