• Published On: 22 Gennaio 2021

    Intervista a Ugo Mattei, professore di Diritto privato all’Università di Torino e autore dei quesiti referendari per l’acqua «bene comune» del 2011 – di Gian Mario Gillio su Riforma.it Il referendum del 2011 sancì con il voto popolare che l’acqua potesse essere definitivamente considerata un bene comune da tutelare e da non privatizzare. Tuttavia, sembra che quel referendum sia stato disatteso. È così? Lo chiediamo a Ugo Mattei, professore di Diritto privato all’Università di Torino e autore dei quesiti referendari per l’acqua «bene comune» del 2011. «Sì, è così. Anche se sarebbe un grave errore affermare che quel referendum non sia servito a nulla. Partiamo però dall’oggi, da questa fase storica che potrebbe permettere nuovi investimenti nel sistema idrico grazie al programma Next Generation Eu (creato dall’Ue per sostenere i governi per i danni economici causati dalla pandemia) e che invece, ancora una volta, abbiamo deciso di non utilizzare. Inserendo trenta miliardi di euro nel programma da inviare all’Europa, avremmo forse potuto consegnare alle generazioni future un sistema idrico adeguato e senza dispersioni». – Per quale motivo non si è fatto? «Credo che la volontà di risanare e di migliorare il nostro sistema idrico non sia una priorità governativa. Infatti è stato inserito e dedicato soltanto un breve inciso al tema [...]

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