• Published On: 9 Gennaio 2022

    Siamo di fronte a un’emergenza giuridica nazionale e questa, come le altre, va dichiarata, e qui si dichiara! Grande assente del dibattito d’attualità concernente il Covid-19 è stato il dialogo giuridico. Relegato in angolo, il diritto ha subito il positivismo del legislatore dell’emergenza.  Con profondo rispetto civico e senso delle Istituzioni, molti tra giuristi e operatori del diritto hanno sin qui taciuto di fronte agli orrori cui quotidianamente si assisteva nella fase della cosiddetta prima emergenza. Gli abominii giuridici possono riassumersi uno actu: il 09 marzo 2020 si è posto fine allo Stato di diritto, rinunciando alla tripartizione dei poteri. Nell’emergenza, il legislatore si è congiunto col Governo e il sistema regolatorio adottato ha messo fuori gioco anche il potere giudiziario. Nessuna tutela effettiva è, infatti, concessa ai diritti nel regime giuridico attualmente sussistente nel Paese. Il processo di amministrativizzazione del diritto, in uno alla totalizzante tecnicalità societaria che lo stesso è costretto a rincorrere, in termini positivi, si è esasperato nell’emergenza sanitaria. La decisione politica è divenuta decisione tecnica, delegata e rimessa alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico; organo, questo, che sfugge del tutto ai criteri di rappresentatività, che connotano e devono connotare i sistemi democratici. L’atto normativo poggia su presupposti tecnici e viene attuato per […]

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