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di Antonio Andolfi Repubblica parla di 209 progetti presentati tra il 2019 e il 2021: l’85 per cento nell’ultimo anno. “Una corsa che non si spiega se non con la deregulation che garantisce al momento l’isola”. Un’area, enorme, pari a 14.592 ettari interessata, per una potenza, prodotta dagli impianti, per 7.184 megawatt: cinque volte in più quella prodotta adesso. Le proposte provengono da imprese straniere e quasi tutte verranno approvate perché non esiste un piano energetico regionale per la salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente, dei terreni agricoli e dell’economia isolana. Difatti, il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28/CE, approvato il 3 marzo 2011 all’articolo 8 contiene prescrizioni finalizzate a porre freno alla sottrazione di terreno agricolo. Esso dichiara che l’accesso agli incentivi statali in conto energia per gli impianti fotovoltaici installati a terra in aree agricole (purché non abbandonate da almeno cinque anni), è soggetto alle seguenti condizioni: potenza nominale dell’impianto non superiore a 1 MW e, nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, collocazione degli impianti ad una distanza non inferiore a 2 chilometri; non sia destinato all’installazione degli impianti più del 10% della superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente. In questo vuoto normativo queste imprese propongono all’agricoltore l’affitto del suo terreno. Davanti alla […]