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di Ugo Mattei La Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica hanno entrambi approvato in seconda lettura con una maggioranza che un tempo si sarebbe chiamata “bulgara”, alludendo alle pratiche del locale Partito Comunista, la proposta di legge avente ad oggetto la tutela costituzionale dell’ambiente. Nell’ultima approvazione alla Camera c’è stato un solo voto contrario e appena sei sono state le astensioni. L’ iter aveva segnato la sua prima approvazione al Senato il 9 giugno 2021, poi alla Camera il 12 ottobre, per essere approvata di nuovo con maggioranza molto superiore ai 2/3 al Senato il 3 novembre. Insomma, una tempistica da record, comparabile soltanto a quella con cui, quando al governo tecnico ci stava Mario Monti, fu approvata la (incredibile) norma sul pareggio di bilancio, che ha messo la pietra tombale su ogni diritto sociale di seconda generazione, ossia quelli che si possono garantire solo con risorse pubbliche. In questo scritto voglio suggerire che, proprio come la riforma costituzionale di Monti, è stata il manifesto di quella fase neoliberale, caratterizzata dalla privatizzazione e dall’austerity, l’attuale riforma green è il manifesto di un neoliberismo, la cui mutata morfologia globale è quella di un dispotismo sanitario occidentale a vocazione tecno-ecologica. Chiameremo questo modello, che si sta sperimentando [...]


