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di Ugo Mattei su Italialibera.online MI SONO PIÙ VOLTE CHIESTO, nel corso di questi ultimi 18 mesi, come si sarebbe posto Stefano Rodotà di fronte alla gestione pandemica. Ho riflettuto a fondo, e voglio, in questo quarto anniversario della sua morte, restituire l’idea che mi sono fatto ed il contesto dei miei pensieri. Ritengo di avere una grande responsabilità in quanto Presidente nazionale di Generazioni Future, (www.generazionifuture.org) la Cooperativa di Mutuo Soccorso intergenerazionale Stefano Rodotà in cui si è sciolto il Comitato Rodotà fondato nel 2018 per sostenere il Disegno di Legge sui beni pubblici e comuni. Forse a causa di questo, un autorevolissimo amico comune, Gustavo Zagrebelsky, mi ha punzecchiato sul punto, quasi io volessi personalmente intestarmi l’eredità morale e culturale di Stefano, la cui memoria, piuttosto, sento un dovere civile di onorare. Sto provando a mettere insieme elementi fattuali, anche legati a miei ricordi diretti, che ci restituiscano in questa fase la (possibile) posizione di Stefano Rodotà rispetto alle dinamiche del presente. Quanti diritti Stefano avrebbe accettato di immolare sull’altare della paura? Certo Stefano, come del resto chi scrive, fino al marzo del 2020 avrebbe considerato quello di Conte 2 un “governo amico”. Proprio quel matrimonio giallorosso Stefano aveva cercato di favorire, mettendosi generosamente a disposizione, durante le elezioni presidenziali del 2013, quando i grillini lo votarono compatti […]