• Published On: 2 Giugno 2021

    In principio era l’acqua. Ma poi c’era l’energia. E la privatizzazione di tutti i servizi del regno. E furono le persone che decisero di ricordare al Re che il suo regno, seppur sconfinato, aveva bisogno di fare i conti con i suoi sassi, i suoi alberi, le sue contrade e le sue creature.  E il Re disse: “Sia concesso al popolo di esprimersi circa il regno, la privatizzazione dei servizi, l’energia, l’acqua, e pure il Re…”, e un riso beffardo brillò nei suoi occhi. E il popolo bevve, limpida chiara acqua, e per lunghe settimane organizzò carovane e girotondi in lungo e in largo, coprendo assai volte l’ampiezza del regno, discutendo e declamando, perorando e dibattendo, indicando e biasimando. E poi venne il giorno e la voce del popolo fu una voce sola, come se non si conoscesse nessun’altra parola: 2 Sì, scrisse il popolo, e la nebbia sul regno si diradò. E il Re fu felice, di dire, felice, che il regno, felice, in massa votò. E mentre diceva “Che festa cominci”, i suoi consigliori veloce adunò “Sia fatta una mappa di tutti i delitti, di sprechi, di sgarri, di colpe evidenti”, aveva in cuor suo un chiaro pensiero, che il popolo fosse burlato di già. […]

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