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Generazioni Future è parte attiva in diversi procedimenti pendenti innanzi al Punto di Contatto Nazionale italiano.
Tale organismo – istituito nel 2002 e collocato all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico
assolve alla funzione di promuovere le “Linee guida destinate alle imprese multinazionali”, uno standard volontario di condotta responsabile elaborato in ambito OCSE e destinato alle multinazionali e a tutte le altre imprese operanti sul mercato internazionale. I vari PCN nazionali sono lo strumento per contribuire ad un’efficace attuazione delle Linee Guida ed hanno il compito di svolgere un’attività di divulgazione delle Linee Guida, di sensibilizzare le imprese e di gestire il meccanismo delle istanze specifiche, che è una procedura non giudiziale di composizione delle controversie tra uno o più portatori di interesse ed una o più imprese, scaturite dall’asserita inosservanza delle Linee Guida.
Proprio valendosi di questo meccanismo di tipo consensuale, la rete Legalità per il Clima, in nome proprio e per conto di altri soggetti (cittadini, gruppi, associazioni), tra cui Generazioni Future, ha presentato un’istanza al PCN Italia in data 14/02/2022 affinché, con i suoi buoni uffici, induca ENI ad adottare una condotta responsabile secondo le linee guida OCSE e ad abbandonare strategie che non considerano i rischi collegati al cambiamento climatico in atto e che minacciano il godimento di diritti fondamentali. L’istanza è stata sottoscritta, tra gli altri, dall’Avv. Veronica Dini che è tra i garanti nazionali di Generazioni Future.
Al primo incontro con la mediatrice Dr.ssa Maria Ludovica Agrò , tenutosi lo scorso 17 novembre, sono stati ammessi solo tre esponenti per ciascuna parte, tra di essi era presente l’avv. Dini. A breve riceveremo un breve resoconto di quanto avvenuto in udienza e vi aggiornereremo in merito pur nei limiti degli stringenti obblighi di riservatezza che caratterizzano questa procedura.
Ci si augura per il futuro che il numero delle persone ammesse a partecipare agli incontri aumenti, soprattutto per consentire la presenza ai colloqui di tecnici del settore, indispensabili alla discussione nel merito delle questioni sollevate.
Va detto che l’atteggiamento di Eni è stato finora piuttosto ostile. Alla diffida prodromica all’avvio del procedimento inviata da Rete Leg. per il Clima nella quale le si intimava, nella sua qualità di unità economica di impresa pubblica italiana multinazionale, di allineare con urgenza le emissioni di gas serra causate dalle proprie attività, dirette o indirette, ai livelli effettivamente conformi ai target a lungo termine fissati dall’Accordo di Parigi, ha risposto dichiarando irricevibili e lesive dell’immagine dell’impresa le affermazioni formulate dai diffidanti, senza però rispondere alcunché nel merito delle argomentazioni concernenti l’impatto ambientale delle sue strategie.
In conclusione ricordo che l’italiana ENI – notizia dell’inizio di novembre – guida uno dei due gruppi di imprese ai quali Israele ha recentemente rilasciato nuove licenze esplorative di gas.

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