DEMOCRAZIA E BENI COMUNI – La sfida delle generazioni presenti

ATTENZIONE: PER PARTECIPARE al Forum del 13 febbraio, riempire il modulo di adesione a questo link: https://forms.gle/dVUexMm9W7AgCb2B7

Il secondo appuntamento 2021 con il Forum intergenerazionale TRAMANDARE si terrà SABATO 13 Febbraio, su piattaforma Zoom, dalle 10 alle 12,45: “Democrazia e Beni Comuni” sarà discusso da:

> Nichi VENDOLA, già Presidente della Regione Puglia e di SEL, Sinistra Ecologia e Libertà, Deputato eletto per PRC dal 1992 al 2005

> (diritto all’oblio)

> Mose VERNETTI,  laureato in Development Economics a School of Oriental and African Studies (SOAS) University of London, Redattore di L’Europa Futura, Membro di DIEM25.

> con la moderazione di Gilda FARRELL.

Il secondo Forum TRAMANDARE del 2021 affronta questa tematica dato che:

  • la definizione di democrazie è complessa e l’intento di semplificazione conduce a verità lapalissiane, perciò non ci rimane che la via delle “nuances”. Tra le altre, democrazia può definirsi come metodo per scegliere dei funzionari e controllarne il comportamento, per evitare la prevalenza d’interessi privati o l’abuso di potere (Dewey), o come il luogo più giusto per stabilire un equilibrio tra visione e processo, tra cambiamento e istituzione. La questione politica che ne deriva è l’armonizzazione di un ordine nel quale ciascuno trovi la garanzia di libertà fondamentali, di accesso e di partecipazione al governo dei beni pubblici. Tuttavia, il diritto amministrativo ha cambiato il concetto di beni pubblici. Da res-publica, cioè appartenente al popolo e di uso comune, essi sono gradualmente diventati “proprietà” pubblica. Denominando i beni pubblici “proprietà”, il legame democratico tra Stato e società si è sciolto, portando all’impasse le istituzioni che governano la democrazia. Con questo Forum si prova a mostrare come il dibattito odierno sui beni comuni contribuisce a mettere in evidenza il rapporto non sempre trasparente tra Stato, beni pubblici e democrazia; come pure l’urgenza di riconquista democratica di quei beni. E questo per proteggerli dalla privatizzazione e dalla prevalenza dell’interesse privato su quello generale, entrambe apparentate ad un tradimento democratico o, come dice Dewey, al dare a chi già possiede. E’ bene ricordare che la proposta di legge elaborata dalla Commissione Rodotà (2007-2008), per la creazione di uno statuto giuridico per i beni comuni, costituisce un tentativo non solo di riconquista dei beni pubblici, ma di apertura politica al riconoscimento legale dei beni comuni, in senso ampio, cioè dello spazio di democrazia diretta, deliberativa e di autogoverno. Abbandonando il percorso classico che va “dai regimi ai beni”, la Commissione procede all’inverso, ovvero “dai beni ai regimi”. L’analisi della loro rilevanza economica e sociale conduce a individuare i beni come oggetti, materiali o immateriali, che esprimono diversi “fasce di utilità” per collegare poi l’utilità alla tutela delle persone e agli interessi pubblici essenziali.
  • La proposta di legge qui riferita era in linea con il movimento sociale sviluppatosi per contrastare la pressione per privatizzare i servizi pubblici, in particolare l’acqua potabile (decreto Ronchi 2009). Questo movimento nato col nome “Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua” (2006), culmina nel 2011 col referendum di iniziativa popolare promossa da una vasta coalizione nominata Comitato Promotore per il Sì ai Referendum per l’Acqua Pubblica (https://www.acquabenecomune.org/chi-siamo/comitato-promotore).  Aldilà di questo caso, la protezione dei beni comuni è sempre più centrale all’attività di movimenti che si oppongono alla globalizzazione neoliberale e alla privazione di controllo sulle risorse locali e del pianeta. Si tratta di movimenti che nascono con il risveglio di “diritti dormienti”, ossia la coscienza della perdita di elementi cardini per la vita in dignità e all’appartenenza culturale e cittadina. L’azione collettiva si costituisce sul principio di autonomia di fronte allo stato proprietario, incitando alla cura diretta e partecipata dei beni, cioè ad un’idea d’uguaglianza non solo d’accesso ma di incombenza nel preservare e tramandare. Gruppi compositi convergono così sull’obbiettivo di prendersi cura, dando spazio alla nascita di ciò che David Graeber ha chiamato “caring class”., classe che rivendica lo spazio collettivo per la cura dell’altro e la custodia dei beni comuni. Questi movimenti ambiscono la trasformazione dei beni da oggetti di “proprietà” a simboli d’interazione e interdipendenza collettiva, costituendo forme democratiche d’organizzazione o d’auto-governo, sovente al margine dello stato (Graeber). Cioè, forme consensuali di proprietà, aventi finalità di cura e non di gestione burocratica o di sfruttamento.  Questi movimenti, eterogenei e plurali nella loro composizione, sono attraversati dall’obiettivo comune di prendersi cura e tramandare. Con questo Forum si aspira ad analizzare la trasformazione che questi movimenti operano nella democrazia, assumendo non solo i risultati delle proprie scelte ma proponendo nuove forme istituzionali, piuttosto che delegando allo Stato la responsabilità del risultato, come nel caso della proprietà pubblica. Movimenti decentralizzati e interconnessi che rivendicano la coproduzione della conoscenza, sostenuti talvolta da autorità locali.  Col Forum si prova anche a dibattere sull’evoluzione di questi movimenti: ricorso a strumenti legali, creazione di nuove istituzioni, occupazione e appropriazione di nuovi spazi di lotta, seppure simbolici. Una questione aperta è quella dei referendum abrogativi, che permettendo l’espressione della volontà popolare non garantiscono tuttavia la traiettoria politico-istituzionale conseguente, banalizzando lo sforzo dei portatori dell’idea di cambiamento.
  • Questo Forum si propone anche di trattare la questione dei beni comuni nella costituzione sia di nuovi partiti politici, come il Diem25, che di forme innovative di fare politica, cioè d’impegni nello spazio pubblico in attività miranti ad assicurare che ciascuno trovi il suo posto in dignità. Qual è l’impatto di queste forme e formazioni politiche nella protezione dei beni comuni? Finalmente, la democrazia moderna che si sviluppa grazie alla forte circolazione delle idee, in spazi aperti, apparentati alla vita urbana, ma pure su una forte individualizzazione delle scelte, è il luogo privilegiato di affermazione e difesa dei beni comuni e delle pratiche che ne derivano?

PROGRAMMA

Ore 10:00:  Breve sintesi e lezioni del Forum precedente, Ugo Mattei
Ore 10.10:  Breve introduzione della tematica e dei partecipanti, Gilda Farrell

Ore 10.15:  Legami tra democrazia, Stato, beni pubblici e comuni, Nichi Vendola

Ore 10.45 Il ruolo dei beni comuni nelle nuove formazioni partitiche e nuove forme di politica a difesa dei beni comuni, Mosè Vernetti

Ore 11.00: Interazione col pubblico

Ore 11.15: Il rinnovo democratico introdotto dal concetto di beni comuni e pratiche che ne derivano:

Nichi Vendola: l’esperienza dell’acquedotto pugliese e difesa del referendum “acqua bene comune”;

 

Mosè Vernetti: il rinnovo dei partiti e delle istituzioni politiche, quale prospettiva per i beni comuni?

Ore 12.00: Interazione col pubblico

Ore 12.45: Chiusura

 

ATTENZIONE: PER PARTECIPARE al Forum del 13 febbraio

INFORMAZIONI E CONDIVISIONE

QUI PER SCARICARE IL PDF:
https://generazionifuture.org/wp-content/uploads/programma-democrazia-e-beni-comuni-13022021.pdf