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La Scuola della Respirazione (che si trova a Milano, in una traversa di Via Sarpi, quartiere Cinese) è uno spazio a disposizione di tutti, autogestito da più di 30 anni, che è sempre andato avanti in assoluta autonomia e indipendenza, senza mai contare su finanziamenti esterni, né pubblici né privati. In questo momento l’associazione, si trova difronte alla necessità di acquistare lo spazio che per tanti anni ha avuto in affitto, un locale che un tempo era una fabbrica, poi trasformato in parcheggio e che grazie al lavoro di tutti i soci, è diventato quello che è: un esempio di bene comune.

Questo è il motivo per cui abbiamo messo a disposizione i nostri canali per aiutarli nel loro ultimo tratto di strada  per completare la somma necessaria all’acquisto, confidando nella sensibilità dei nostri soci e degli iscritti ai nostri canali.

Di seguito trovate l’articolo, e tutti i link utili per approfondire. Per contribuire alla loro causa con una donazione potete usare paypal o bonifico bancario, trovate i link in fondo all’articolo.

Dipartimento Comunicazione GF

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Il Dojo, spazio aperto

di A. Quartino

Ri-trovare qualcosa che è in tutti gli esseri umani

A volte Régis Soavi Sensei, allievo del Maestro giapponese Itsuo Tsuda di cui da 40 anni continua a trasmettere l’insegnamento in diverse città europee, a volte, nelle sue conferenze dice che di solito le persone che arrivano al dojo Scuola della Respirazione di Milano (come negli altri dojo della Scuola Itsuo Tsuda) per iniziare a praticare l’Aikido e il Katsugen undo, non lo fanno per caso.

Di solito, e soprattutto se in seguito continuano queste pratiche, è perché vi giungono al momento giusto, a un momento preciso della loro vita, nel quale sono quasi certamente alla ricerca di qualcosa, che ancora non hanno trovato altrove. Qualcosa che risponda al bisogno di vivere pienamente, di non doversi meramente adattare alle prescrizioni dell’autorità di turno, sia essa genitoriale, scolastica, medica, religiosa, lavorativa, giuridica, ecc.

Nonostante molte persone si accontentino di “eseguire” la vita, nascondendo, anche a se stessi, questo bisogno di autonomia interiore, esso è presente in tutti gli esseri umani, fin dalla nascita. E quindi, la possibilità di ritrovare tale autonomia individuale, tale libertà interiore, venendo alla Scuola della Respirazione, esiste per tutti, donne e uomini, bambini e adulti, giovani e anziani, indipendentemente dalle differenze sociali, culturali, ecc.

Del resto le arti che vi si praticano sono assolutamente semplici ed accessibili: l’Aikido trae certo la propria origine dalle arti marziali tradizionali giapponesi, ma non è assolutamente riservato ad atleti o persone con una particolare preparazione fisica; e il Katsugen undo non richiede nessuna conoscenza preliminare né alcuna tecnica speciale, anzi, per praticarlo al meglio, è utile dimenticare qualsiasi nozione intellettuale così come tutti gli scopi che si potrebbero immaginare, siano essi successi, ricchezze, guarigioni o altro.
In questo senso, luoghi come la Scuola della Respirazione, in quanto potenzialmente disponibili per tutti, sono degli spazi comuni, da preservare per l’oggi e per il domani, mantenere vivi e aperti poiché ognuno può ritrovare e riattivare la propria forza vitale. Anche se per le loro dimensioni relativamente grandi, possono ospitare solo alcune decine di persone alla volta, dojo simili sono una risorsa per tutti, anche per le prossime generazioni, che potranno scoprire tali pratiche.

Itsuo Tsuda – libri

“Ma perché si crea un dojo?”

“Per rispondere a questa domanda bisogna, forse, ritornare al motivo per cui pratichiamo. Se ogni risposta è individuale e complessa, personalmente concordo con coloro che pensano che pratichiamo prima di tutto per «essere». Per «essere» veramente, non fosse che per il tempo di una seduta. L’Aikido è allora uno strumento per ritrovare noi stessi. Cominciare ad «essere» sui tatami è un primo passo che comincia con un “lasciar andare”: accettare di salire sui tatami e di entrare in contatto con gli altri! Ma un contatto diverso da quello retto dalle convenzioni sociali. Il Dojo stesso è un luogo fuori dal tempo sociale, fuori dall’epoca, indifferente alla localizzazione geografica, e anche tutto ciò ci disorienta completamente. Inoltre noi pratichiamo al mattino presto (come faceva O Sensei Ueshiba [il fondatore dell’Aikido]). Le sedute si tengono tutte le mattine, tutto l’anno, alle 6.45 durante la settimana e alle 8.00 nel week-end. Che nevichi, che ci sia il sole, che sia un giorno di vacanza o di lavoro, il Dojo è aperto e ci sono le sedute. Al di là della suddivisione arbitraria del tempo del nostro mondo.” “Un interstizio di tempo e spazio durante il quale si può cominciare il lavoro su noi stessi.” [1]

In questo spazio-tempo altro rispetto alla realtà sociale, il più libero possibile dai suoi condizionamenti, con la continuità della pratica, si compie questo lavoro, questa ricerca su di sé.

“Il Dojo è lo scrigno di questa ricerca. Se si coglie questa possibilità di avere un Dojo, si apre un’altra prospettiva. Siamo spesso troppo occupati, perturbati, e abbiamo veramente bisogno di un ambiente che favorisca certe disposizioni di spirito. Si può constatare, man mano che se ne fa l’esperienza, che lo spirito di Dojo viene coltivato in modo preciso e allo stesso tempo in un ambiente fluido e inafferrabile.” “In un Dojo si lavora per riallacciarci con il vero che persevera in noi.” “È esattamente nello stesso senso che va la pratica del Katsugen Undo, che permette il risveglio delle capacità del corpo. Il risveglio della vita, della nostra natura profonda.”[2]

Ingresso al mattino presto

Ecologia umana

La scoperta della natura umana più profonda permette di andare oltre il dualismo umano/naturale, perché si può sentire di nuovo di appartenere completamente, senza opposizioni, alla realtà che ci circonda, di essere noi stessi natura.
Régis Soavi Sensei, in un’intervista a Il Manifesto di quasi 10 anni fa a proposito del rapporto dell’uomo moderno con la natura, diceva:
“Rispettare la natura vuol dire non intervenire sulle manifestazioni naturali della terra: per esempio l’esperienza che Masanobu Fukuoka ha descritto in “La rivoluzione del filo di paglia” è interessante dal punto di vista dell’ecologia e per quanto riguarda il corpo è la stessa cosa: tutti oggi vogliono assolutamente intervenire sul corpo, su tutte le fasi, dall’inizio alla fine. Dall’inizio, quando l’essere umano nasce, fino a quando muore. Tra questi due momenti ci sono interventi di tutti i tipi che rendono le persone uniformi o che sopprimono tutte le risposte che dà il corpo. Un corpo sano è un corpo che reagisce. Un corpo sano non ha bisogno di niente di speciale per reagire alle malattie, o anche semplicemente per crescere, per invecchiare… per invecchiare normalmente. Dunque l’ecologia umana è rispettare il corpo del neonato, del bambino, dei giovani, dell’adulto, delle persone anziane, ed è lasciare la possibilità ai corpi di reagire. È questa l’ecologia umana.” “Quando io parlo di ecologia umana non voglio dire solo mangiare sano, ma anche ritrovare la capacità umana di sentire, di prendere le cose di cui si ha bisogno senza esagerazione e solo quelle cose di cui si ha bisogno. Così i corpi possono ritrovare la capacità di dare le risposte di cui hanno bisogno e di vivere normalmente.” [3]

La pratica del Katsugen undo rende possibile “normalizzare il terreno del corpo”. Ciò non significa fare rientrare i corpi in norme e consuetudini valide per tutti, né sottoporli tutti agli stessi trattamenti standardizzati, ma invece permettere ad ogni singolo corpo, ad ogni singolo individuo inteso come una totalità, di ritrovare il proprio istinto naturale, le proprie capacità innate, fisiche e psichiche, di vivere una vita normale, vale a dire naturale, in armonia con se stessi e la natura.

Aikido

[1]M. Soavi, Dojo, un altro spazio-tempo, «Dragon Magazine» (speciale Aikido n. 24), Aprile 2019. (Leggi l’articolo)[2] Ibidem[3] Intervista a Régis Soavi Sensei, Per un’ecologia del corpo umano, «Il Manifesto», Dicembre 2013. (Leggi l’articolo)

Come ringraziamento per il vostro contributo anche minimo, avrete la possibilità di fare un week end di Aikido nel dojo a voi più vicino
(MILANOTORINOROMAANCONA)

 

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