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Cari azionisti,

Ritengo necessario condividere con voi alcune riflessioni relative ai primi mesi di vita di Generazioni Future. 

L’ esperienza assembleare, e soprattutto le settimane immediatamente successive, mi hanno confermato nella convinzione che la vita sociale di un soggetto complesso e innovativo come il nostro non può svolgersi unicamente online. La mancanza di confronto diretto, senza mediazione tecnologica, rende difficile la comunicazione e può dare la stura a molti equivoci che possono comprendersi soltanto nell’ambito di un confronto franco fra i più attivi fra i nostri azionisti.

La stessa composizione sociale della nostra base, in continuo aumento numerico nonostante alcune obiettive difficoltà introdotte dalla complessità della procedura di sottoscrizione azionaria, mostra che in questo lungo anno di separazione il nostro processo politico di difesa dei beni comuni e delle generazioni future ha attraversato una metamorfosi non solo formale. La gestione dell’emergenza ha mostrato quanto fragile sia il nostro tessuto democratico e quanto bisogno ci sia di lavoro serio e convinto per puntellarne le basi. Democrazia e beni comuni marciano insieme ed è normale che un’organizzazione pensata per difendere i secondi debba avere a cuore in primo luogo le condizioni politiche della prima.

Un buon 40% dei soci originari del Comitato Rodotà non hanno sottoscritto la nostra azione mente un numero più alto di persone che non erano originariamente comites lo hanno fatto, alcuni divenendo subito assai attivi.  Scriverò agli ex comites per capire le ragioni del mancato travaso (occorre considerare che l’azione costava loro quattro volte di più della quota associativa) e conto di recuperare il dialogo con quanti fra loro si sono allontanati per dissenso politico sulla nostra attività. Tuttavia il nostro lavoro è continuato e sono certo che l’impegno generoso e disinteressato di tanti fra noi verrà premiato.

Come negli accordi, l’Assemblea dei soci Fondatori di GF ha ratificato le decisione della nostra Assemblea integrando Il cda, con i due nuovi componenti, il dott. Fabrizio d’Angelo e la Prof. Laura Corradi. Il cda ha successivamente nominato, secondo la proposta della Presidenza approvata dall’ Assemblea con il 90% del consenso, al coordinamento del dipartimento giuridico l’Avv. Alessandra Camaiani a quello di Ecoalfabetizzazione, il Prof. Federico di Pasqua e a quello di comunicazione la dott. Scheila Morganti. Su proposta del Presidente il dott. Sergio Galbiati, consigliere di amministrazione e socio fondatore di GF è stato nominato alla guida del Dipartimento Economico in virtù del lavoro di coordinamento necessario con la Rete dei Beni Comuni nel frattempo ufficialmente partita con XX soci fondatori raccolti in un comitato di scopo con Presidente il dott. Andrea Rapaccini e segretario il dott. Luigi De Giacomo.

Mentre gli altri membri della segreteria politica, la Prof. Giusy Vanadia e il dott. Claudio Mezzavilla stanno lavorando con i territori per studiare un modello di raccordo che concilii l’unità degli intenti con la piena autonomia, evitando burocratizzazioni ma anche sgradevoli atteggiamenti velleitari e ultra-identitari irrispettosi della volontà della nostra organizzazione, i dipartimenti stanno strutturandosi in modo assai promettente e altrettanto si sta cercando di fare a livello di segreteria operativa con il lavoro inestimabile di coordinamento da parte delle delle dottoresse Eva Carata e Paola Beltrami.

Sulla regolarità formale di ogni aspetto di una Società per Azioni Cooperativa quale la nostra, organizzazione molto più complessa di un comitato o di una Associazione (ciò che spiega anche alcune complessità del processo di adesione) vigila attentamente il nostro tesoriere, dott. Ugo Brunoni coadiuvato dal Consigliere di amministrazione a ciò delegato, Prof. Giuseppe Mastruzzo.

Sulla parte tecnologica, sia nell’organizzazione interna di Generazioni Future che nel rapporto con la rete sono all’opera invece gli Ingegneri Claudio Mazzoccoli e Elio Mungo (quest’ultimo consigliere a ciò delegato dal cda).

Come questi cenni spero dimostrino, la nostra organizzazione si regge su lavoro gratuito, generoso e competente di un gran numero di persone e certamente saranno necessarie sempre più competenze che tuttavia devono essere per così dire “digerite” a livello nazionale con i tempi necessari in modo da armonizzarsi bene con il disegno complessivo e non produrre corti circuiti.  Essenziale resta l’attivismo a livello locale sia per attrarre nuovi soci (che sono la linfa economica di questa cooperativa in fase di start up) che per dar vita a nuclei operativi e riconoscibili su ogni territorio.

Il modello di rapporto fra una assemblea “politica” e una formale, recettiva delle decisioni della prima, sperimentato la scorsa volta in virtù del fatto che gli azionisti non avevano ancora maturato l’anzianità di 90 giorni, ci ha convinti della possibilità di sperimentare questa modalità anche rispetto al rapporto fra la presenza e l’online in certi passaggi cruciali della nostra vita istituzionali quali per esempio la modifica statutaria oggetto di assemblea formale straordinaria. 

Ne è conseguita la decisione ben ponderata negli organismi politici, di organizzare l’assemblea di discussione dello statuto in forma politica e in presenza segnandone anche con scelte simboliche la grande importanza. Ci troveremo perciò a Roma il 12 di giugno al Parco degli Acquedotti nel decennale del referendum che questa Presidenza ha ideato e lanciato redigendone i quesiti insieme al nostro indimenticabile Stefano Rodotà. Dedicheremo la giornata al silenzio irrispettoso della politica di palazzo rispetto alla volontà popolare ma anche a una riflessione sulla assoluta debolezza del movimento per i beni comuni affetto da atteggiamenti identitari e settaristi che ne hanno castrato la capacità di incidere in questo decennio nonostante taluni successi. Tutto ciò mentre un ennesimo  Decreto Semplificazioni in salsa neoliberale sta cercando di costringere i piccoli comuni a rinunciare a modelli inhouse di gestione dell’acqua spesso virtuosi in quanto di prossimità, sacrificandoli al totem dell’efficienza industriale  e delle economie di scala.

A seguito dell’Assemblea politica, che mi auguro davvero possa attrarre molti di noi a Roma e che essendo all’aperto non crea problemi di contagio, sarà cura di questa Presidenza fare sintesi di questi mesi di lavoro proponendo a una assemblea straordinaria online il modello statutario da adottarsi. Ovviamente, come in ogni occasione fin qui sperimentata, ci sarà ampio spazio per proporre alternative, vedremo in seguito se di natura di emendamento o di mozioni alternative per il voto.

Intendo concludere con una preghiera. La militanza di prossimità è la più alta forma che la politica dei beni comuni può prendere. Essa consiste infatti in un processo di ecoalfabetizzazione pubblica, una sorta di predicazione laica tanto faticosa quanto gratificante che ciascuna può (forse dovrebbe) svolgere per dare senso compiuto alla Sua presenza in Generazioni Future. Tale predicazione laica genera nuovo interesse e nuove adesioni per la nostra organizzazione. È importante svolgerla così come è importante considerare un’azione di Generazioni Future come regalo ai vostri amici e parenti.

Si tratta di un bel regalo. La nostra azione, come i diamanti, è per sempre!

Un saluto caro

Ugo Mattei

 

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  1. Cesare Di Nunno 24 Maggio 2021 at 21:38 - Reply

    Il territorio è il vero campo di confronto fra il diritto umano e la macchina economica.
    Lei lo sostiene con pacata autorevolezza, per questo ha tutto il mio appoggio

  2. Ed 25 Maggio 2021 at 09:35 - Reply

    Intenso commento ,mi ha colpito al cuore,però io estenderei il diritto al intera Vita .

  3. Rita 28 Gennaio 2022 at 22:42 - Reply

    Aderiamo al progetto, subito! Qualsiasi appoggio è dovuto.

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