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Appunto di Ugo Mattei per DuPre 7/5/2022

La gestione pandemica è stata caratterizzata da alcuni elementi strutturali che si sono manifestati dai primi mesi del 2020.

  1. ribaltamento emergenziale delle fonti del diritto con al vertice la più infima, il DPCM e la più alta, la Costituzione, alla base della piramide. Concentrazione del potere nell’ esecutivo e completa marginalizzazione del potere legislativo corrotto dal ricatto della fiducia. Atrofizzazione volontaria delle istituzioni di garanzia.
  2. Imponente costruzione mediatica di una narrazione unica con da subito un’ unica soluzione possibile: un massiccio progetto di vaccinazione di massa e utilizzo del c.d. lockdown e della sua minaccia per conseguirlo.
  3. Sussunzione di a) e b) nell’ imposizione generalizzata di un dispositivo di sorveglianza, il green pass, presentato come mezzo per sconfiggere la pandemia, ma in realtà fine generale di targatura e sorveglianza dell’ intera popolazione. (sovversione di fini e mezzi)
  4. Costruzione artificiale di un “capro espiatorio” attraverso l’ uso di un marchio di infamia, quello di “No Vax”, per chiunque eserciti il dubbio e invochi precauzione.
  5. Spostamento di ricchezze dall’ economia ordinaria a quella di emergenza, con relativa generazione di “profitti di guerra” (industria farmaceutica e piattaforme online), mai definiti tali dal mainstream, ma evidenziati in quanto tali dall’ andamento azionario di Pfizer, Amazon, Zoom, Deliveroo ecc….
  6. Attacco all’ economia reale del paese con chiusura massiccia di piccole attività economiche, licenziamenti di manodopera specializzata, continua incertezza come nel caso del 110%. Tale processo che arricchisce i grandi gruppi multinazionali è sostenuto dall’ intera informazione mainstream, controllata da gruppi di capitale oligopolistico più o meno finanziarizzato (in Italia Gedi è l’ esempio emblematico).
  7. Ulteriori massicci indebitamenti a ricaduta strutturale zero: e.g. spesa massiccia a debito sul vaccino e continuo disimpegno dalla sanità pubblica e di prossimità.
  8. Eterno presente, completa irrazionalità degli interventi, rifiuto di ogni evidenza empirica sull’implausibilità della buona fede governativa: menzogna mediatica generalizzata.
La gestione emergenza bellica due anni dopo presenta caratteristiche strutturali simili
  1. Identico
  2. Identico, laddove il trasferimento d’ armi all’ Ucraina sostituisce il vaccino come soluzione unica e il blackout energetico, proprio come il lockdown, è lo strumento che il Governo può utilizzare in ogni momento a proprio vantaggio sulla base di dati di cui esso solo dispone (e che può perfettamente inventare)
  3. Il green pass, ormai sdoganato diviene strumento ordinario disponibile per l’enforcement di fatto di ogni decisione politica
  4. Identico, con sostituzione di “Filoputinisti” a “No vax”
  5. Identico, con beneficiari come Lockheed Martin, Boing, Rolls Royce e in generale produttori di armi
  6. L’ identico processo, tramite inflazione e aumento dei prezzi dell’ energia, è ancor più devastante ed irreversibile.
  7. Identico, con spese ingentissime a favore di NATO e di futuri programmi Europei di militarizzazione. Interventi volti a mitigare l’ impatto crisi energetica autogenerata nell’ interesse geopolitico NATO e USA a completo danno interesse nazionale (e.g. riduzione accise).
  8. identico

 

Negare questi parallelismi sarebbe molto difficile e la gogna mediatica attende chi ne accenna (avevo già evidenziato linee di continuità nel mio intervento DuPre 2 aprile e sono stato puntualmente aggredito
dalle gazzette). Il punto H è qui molto importante, perché spiegabile solamente attraverso l’ esistenza di un medesimo potere finanziario globale, capace di controllare il mainstream, Bruxelles, il regime
draghista, e l’ intera comunicazione (inclusi principali social tramite censura). I pacchetti azionari di controllo della industria farmaceutica e del complesso militare industriale dell’ occidente sono gli stessi:
Vanguard, Blackrock, State Street, Goldman Sachs ecc.
Di Covid muore la stessa idea di opposizione. Avere idee diverse è sinonimo di diserzione e slealtà. Si usa la metafora bellica (nemico potentissimo e invisibile) che considera gli oppositori come disertori. La
guerra ci porta fuori dalla metafora, con trasferimento, del tutto incostituzionale, di armi all’ Ucraina.
Chi dubita è immediatamente un traditore arruolato dal nemico. I morti di Bucha svolgono lo stesso ruolo mediatico delle bare di Bergamo. È l’assioma su cui si poggia tutta la narrazione. Non puoi dubitare
di vaccini e green pass in chiave costituzionale: ci sono le bare di Bergamo. Non puoi difendere la Costituzione o riflettere su potenzialità e limiti del diritto internazionale come strumento di pace. Ci sono i morti di Bucha.
L’ Italia non è stata sola nell’ utilizzare la pandemia per tramutare una democrazia costituzionale, già agonizzante da più di un decennio, in un regime autoritario fondato sulla menzogna generalizzata, per di
più moralisticamente sostenuta da una narrazione “sociale” (di sinistra). Canada, Australia, Austria, Germania, Grecia, Francia hanno seguito, con appena minor rigore, la stessa linea autoritaria. Si tratta
del fronte degli alleati NATO più aggressivi nel favorire una escalation pericolosissima del conflitto in Dombass, con relative immani sofferenze dei popoli a vantaggio del potere e del capitale. Lesioni frontali
dei fondamenti della sovranità di una nazione, oggi ad opera della Federazione Russa rispetto ai confini dell’ Ukraina, ieri ad opera di USA e Nato a Belgrado (per tralasciare Iraq e Afghanistan) in totale spregio
dei principi che oggi l’ Occidente imputa a Putin di non rispettare.

Oggi nel mondo ci sono tantissime guerre, oltre 40, quasi tutte aventi carattere di guerra civile o per procura (proxy war). Esse sono strutturali al complesso militare-industriale. L’ escalation della guerra in
Dombass va letta come passaggio da guerra civile a proxy war ad alta intensità fra Stati Uniti e Cina che, data la posta geopolitica in ballo, crea rischi ingentissimi. In Ucraina non è guerra soltanto per un
territorio. Essa mi pare oggi una guerra volta principalmente a conquistare le menti e l’immaginario collettivo al fine della ristrutturazione capitalistica. Tale guerra si conduce in almeno due camere dell’ eco contrapposte e non comunicanti.
Da un lato infatti c’è la camera dll’ eco occidentale, che intende difendere, sotto la rinnovata forma del great reset, gli elementi post-guerra fredda che avevamo chiamato fine della storia. Dall’ altra, c’è il
tentativo di costruzione di una Bretton Wood 3, ossia un nuovo equilibrio in cui non è più il dollaro a fungere da moneta di riferimento, ma in cui si ripristina qualche nuovo standard, (dopo la Bretton
Woods 2 di Nixon nel 73) che magari non tornerà ad essere l’ oro, ma che comunque non sarà più l’arbitrio della FED con le proprie politiche liberamente monetaristiche, fondate sull’ attivazione delle
stampanti del denaro.
Ed è questa caratteristica che chiama in campo gli economisti, perché fino a prima della pandemia era forse l’ austerity il sistema che il blocco occidentale utilizzava per mantenere i propri equilibri nel
rapporto di potere fra capitale e lavoro, mentre oggi è forse la Modern Monetary Theory del “whatever it takes” draghiano.

Nella società dello spettacolo, come già insegnava Debord, il falso diventa vero ed il vero diventa falso. Questo lo abbiamo appreso dalla pandemia e ce lo conferma la guerra, con le proprie narrazioni
contrapposte e speculari (per ogni camera dell’ eco l’ avversario fa orrore) ma le proprie prassi identiche. Ed è qui che diventa più difficile per il pensiero critico discernere, perché ogni concetto è
agevolmente cooptabile. Pensiamo, per esempio, alla MMT* con la sua critica del “Mito del deficit” resa celebre da Stephanie Kelton. Trattasi di teoria capace di liberarci dalla peggior faccia austera del capitalismo a favore del popolo, o piuttosto siamo di fronte al carburante per il grande reset, che ha come fine ultimo una nuova sovranità globale nelle mani di corporation onnipotenti che mirano a una popolazione dipendente e desoggettivizzata, come invece vorrebbe il controverso Glenn Beck in un suo recente libro?

Similmente, la grande crisi per eccellenza quella del cambiamento climatico globale. Trattasi di problema che “cambia tutto” nel senso di Naomi Klein e che richiede un reale ripensamento delle strutture capitalistiche profonde in chiave di beni comuni, ovvero un concetto strumentalizzato dal potere e ad esso funzionale per la prossima emergenza dopo quella climatica e bellica, che consente di mantenere indefinitamente una popolazione controllata e impaurita sotto lo scacco del green pass e del credito sociale?

Non sono questioni di poco conto.

 

*MMT è l’acronimo di Modern Monetary Theory

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  1. Remo 11 Maggio 2022 at 20:01 - Reply

    Ottima esposizione, con spunti di rilievo, posta in chiave prospettica.
    Complimenti a Ugo Mattei.
    Speriamo di sbagliarci……..

  2. Cristina 14 Maggio 2022 at 12:52 - Reply

    Sono convinta che la metafora della guerra, ora messa così egregiamente allo scoperto da Ugo Mattei, ci possa guidare nell’interpretazione di tutta la realtà.
    I principi che sono alla base della vera cura del corpo (quella personalizzata e non soppressiva semplicemente dei sintomi) sono gli stessi alla base della cura di psiche e spirito… e quindi quelli che reggono tutta la nostra vita. Lo stesso Ugo Mattei non parte da una “guerra” contro chi danneggia così gravemente le nostre società, bensì dall’analisi lucida delle azioni distruttive messe in atto. Procede quindi seguendo il principio positivo della difesa e del ripristino dei beni comuni, proponendo azioni non violente che indeboliscano alla radice le trame e i poteri distruttivi in azione. Si tratta di ristabilire l’equilibrio in cui le società possano vivere in modo sano, e questo processo deve partire dalle persone che ne fanno parte e che, dalla base, dal di dentro, possono “purificare” la società da tutte le scorie tossiche che sono proprio gli 8 punti citati .

  3. dott. Ramingo 16 Maggio 2022 at 14:30 - Reply

    “Democraticamente” sono stato radiato da questo sito dopo che mi era stata richiesta email di contatto, ingenuamente scritta al webmaster, ed impiegata per bloccare il mio accesso e i miei interventi, che non erano “disturbanti” ma “integranti” nelle intenzioni.
    Democrazia del caucus, direi dunque…

  4. dott. Ramingo 16 Maggio 2022 at 14:33 - Reply

    “Democraticamente” sono stato radiato da questo sito dopo che mi era stata richiesta email di contatto, ingenuamente scritta al webmaster, ed impiegata per bloccare il mio accesso e i miei interventi, che non erano “disturbanti” ma “integranti” nelle intenzioni.

    Democrazia del caucus, direi dunque…

    Mattei, pensavo di entrare nel suo ufficio di Docente come uno Studente (pur a mia volta avendo titolo accademico) interessato al confronto, ma parimenti agli “scienziati” di Speranza vengo escluso dalla stanza degli attacca-bottoni… Quale la mia “colpa”? Essere genuino?

  5. alessandro mariani 19 Maggio 2022 at 00:52 - Reply

    Suggerisco un ulteriore tratto accomunante delle due situazioni emergenziali, Mi riferisco alla pubblica professione di fede, ovvero al, discrimine più rilevante di entrambe le narrazioni .
    Ciò riguarda soprattutto i talk televisivi, ma si estende ad ogni altra forme di comunicazione, ed intrattenimento (social in primis). Da due mesi a questa parte in ogni occasione si deve premettere che Putin è un becero criminale e che lo si condanna, né più e ne meno come quando nell’ esprimere critiche al greenpass bisognava premettere che si era vaccinati. Quale che sia la presa piega dal dibattito dal tritacarne massmediatico deve fuoriuscire un messaggio “ucranially correct”, così come prima doveva necessariamente esserci un’impronta “covidially correct”. Qui si estrinseca l’abilità dei conduttori, che devono esser pronti ad intervenire, agendo come veri buttafuori. La professione di fede è richiesta soprattutto ai dissenzienti e li trasforma in pacificati ingranaggi del sistema.
    Il dissenso è tollerato e persino bene accetto; in tutte le guerre del resto sono ammessi gli affari col nemico purchè si sappia restare entro certi limiti. Nel cul de sac di una continua emergenza, sul filo di rasoio che ci separa da uno stato compiuto di eccezione, ogni allarme si innesta sul precedente, rivisitando un tutto o in parte alcuni dei precedenti elementi costitutivi, modificando o addirittura ribaltando a seconda della bisogna senso e scopo del messaggio (ciò che rimanda al punto 7 dell’elenco: “Eterno presente, completa irrazionalità degli interventi, rifiuto di ogni evidenza empirica..)
    Chi non accetta questo, le banalità e le assurdità che ne conseguono (siamo passati dall’esaltazione della “nuda vita” a dire e scrivere con Fubini che una volta i caduti in battaglia erano motivi di orgoglio per una famiglia), va posto fuori dalle mura (ignis et acqua interdictio), diventa automaticamente tacciabile di negazionismo e complottismo, due vocaboli ormai diventati semplicemente “infami” (Agamben).
    Se non ci fosse una tragedia in corso sarebbe persino divertente assistere allo sbigottimento di quanti oggi scoprono e denunciano l esistenza di una narrazione, vittime di una trappola che che essi stessi hanno contribuito a costruire. Perchè quello attuale è solo uno dei tornanti emergenziali della strada tendente all’eccezione, In quello precedente i compagni marciavano allineati e compatti ostentando (più di altri) il loro civismo superlativo. Da parte nostra il problema non è l essere complottisti ma non esserlo fino in fondo.

  6. Giuliano e Giovanna 20 Maggio 2022 at 19:07 - Reply

    Gentile Ugo Mattei, siamo una famiglia di Torino che ha avuto l’occasione e la fortuna di conoscerti e in seguito di votarti nel periodo delle votazioni quale sindaco di Torino, ma siamo sempre affezionati alla tua disciplina sia politica che sociale, ora, vorremmo sapere con una certa precisione, cosa si può indicare nel caso specifico del referendum di giugno sulla riforma della giustizia, indicazioni che serviranno a migliorare in modo importante il tema da sempre molto discusso, da destra a sinistra, te ne saremo grati .

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