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allevamenti intensivi

Condividiamo il comunicato stampa presentato da Rete Legalità per il Clima e ricordiamo che Generazioni Future è tra i sottoscrittori dell’istanza presentata.

 

Rete legalità per il clima, in nome proprio e per conto di diverse Associazioni e liberi cittadini, ha presentato un’istanza al Punto di Contatto Nazionale per le Linee Guida OCSE destinate alle Imprese Multinazionali (PCN) per affrontare e tentare di dirimere una questione urgente e cruciale: la compatibilità con le Linee Guida delle emissioni climalteranti ed inquinanti prodotte dalle multinazionali che gestiscono gli allevamenti intensivi (una sintesi dell’istanza è pubblicata su https://jimdo-storage.global.ssl.fastly.net/file/44771e1f-925b-45d4-9796-fc4abd9ca480/Sintesi%20Istanza%20PCN%20Allevamenti%20intensivi.pdf). 

Si tratta di un’iniziativa legale assolutamente pioneristica.

Che cosa chiedono gli istanti?  

Gli allevamenti intensivi di bestiame, soprattutto bovini, costituiscono una rilevante fonte antropogenica di emissioni di metano, nonché di diversi altri inquinanti atmosferici che producono svariati effetti ambientali negativi. Quanto al primo aspetto, la comunità scientifica concorda sul fatto che, se vogliamo sperare di centrare i target stabiliti dall’Accordo di Parigi (incremento delle temperature ben al di sotto di 2°C., preferibilmente 1,5°C) è necessario ed urgente tagliare le emissioni di anidride carbonica, ma anche di metano. Sotto il profilo ambientale, l’allevamento, soprattutto se attuato in forme intensive, è causa di molte delle principali categorie di danno ambientale, dall’inquinamento dell’aria e dell’acqua, alla distruzione di interi ecosistemi per fare posto a pascoli e monocolture destinate a produrre mangimi animali; all’alterazione dei cicli biogeochimici ed alla resistenza agli antibiotici. Le emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi incidono dunque in modo preponderante sul riscaldamento globale e sul peggioramento delle condizioni di salubrità di aria ed acqua in termini di inquinamento atmosferico e delle falde.

Secondo i dati dell’ISPRA, la seconda fonte di inquinamento in Italia, dopo il riscaldamento domestico ed aziendale, è rappresentata proprio dagli allevamenti intensivi con il 17%, superiori quindi all’inquinamento prodotto dai trasporti stradali che si fermerebbe al 14%.

Perché agire ora?

L’Italia è considerato dagli scienziati un “hotspot climatico” e pagherà quindi, in termini di impatti, un dazio altissimo alla emergenza climatica. La drastica riduzione delle emissioni climalteranti prodotte dagli allevamenti intensivi porterebbe un doppio vantaggio: sia di lotta al riscaldamento globale e all’inquinamento, sia di miglioramento della salubrità dell’ambiente e della salute delle persone.

Cosa succederà?

A seguito del deposito dell’istanza da parte degli avv.ti Veronica Dini e Luca Saltalamacchia e del prof. Michele Carducci, il PCN inviterà le multinazionali indicate a partecipare alla procedura. I promotori auspicano che le Aziende accettino di avviare un confronto che promette di essere non solo centrale per la nostra salute e sopravvivenza ma anche estremamente significativo per chiunque vi partecipi.

Sottoscrittori:

1) ISDE, Associazione medici per l’ambiente, 

2) Ente Nazionale Protezione Animali (E.N.P.A.) onlus, 

3) Società Cooperativa di Mutuo Soccorso Ecologico ad Azionariato Popolare Intergenerazionale 

4) Associazione Generazioni Future Milano – Movimento per i beni comuni, 

5) A Sud Ecologia e Cooperazione ODV, 

6) Associazione Cittadinanzattiva delle Marche – Organizzazione di volontariato, 

7) Associazione Cova Contro, 

8) Associazione Ambiente e salute, 

9) Movimento Extinction rebellion Milano, 

10) KlimatFest aps

11) Radicali Italiani,

12) Rete Milano ODV, 

13) Associazione DonneinQuota 

14) Associazione UNI.CO.MAL. (Unione Comitati Comprensorio Malpensa per la Tutela della Salute e dell’Ambiente) 

15) Associazione Vivi gli Animali ODV, 

16) Associazione #lasolastrada, 

17) Animal Save Italia, 

18) Animal Save Como, 

19) Iene Vegane ODV, 

20) Susanna Bonfandini, 

21) Maria Rosa Panté, 

22) Carla Adonella Marena, 

23) Carlo Monguzzi, 

24) Nadia Boaretto, 

25) Ovidio Scarpulla, 

26) Maria Ausilia Capobianco, 

27) Marco Angelo Colombo, 

28) Vera Colombo, 

29) Susanna Del Gaudio, 

30) Letizia Maria Chiara Omodeo-Salè, 

31) Maria Fausta Omodeo-Salè, 

32) Novella Maria Grazia Omodeo-Salè, 

33) Serena Maria Donata Omodeo-Salè, 

34) Beatrice Pagani, 

35) Lorenzo Pagani,, 

36) Elisabetta Pesenti, 

37) Donatella Spada, 

38) Vera Tiberto, ,

39) Beatrice Lio, 

40) Pietro Lorenzo Maggioni, 

41) Emanuela Corda, 

42) Jessica Costanzo, 

43) Luisa Angrisani, 

44) Arianna Spessotto

45) Eleonora Evi

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  1. Anna 18 Dicembre 2021 at 12:26 - Reply

    Allevamenti intensivi: tortura, sofferenza, morte atroce dovrebbero essere dimensioni sufficienti a porre fine a questa barbarie.

  2. Terry 9 Gennaio 2022 at 17:32 - Reply

    Pensiamo prima alle emissioni dovute a industria, trasporti e riscaldamento, poi alle scoregge degli animali, uomini compresi.

  3. silvia giorio 18 Febbraio 2022 at 12:00 - Reply

    Spero che i sottoscrittori siano tutti vegani. Altrimenti è come riempire un secchio bucato.

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