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Questi gli interventi inviati per iscritto dalle persone azioniste prima dell’Assemblea di Generazioni Future, svoltasi sabato 27 settembre 2021 dalle ore 10:00. Gli interventi, insieme alla registrazione integrale dell’Assemblea, costituiscono verbale dei lavori assembleari

Lo strapotere del mondo finanziario contribuisce alla deviazione della ricerca scientifica verso il conseguimento di obiettivi volti al consolidamento delle mega imprese internazionali e delle varie lobby clientelari satelliti delle stesse. Pur senza tradire il metodo scientifico, appare ovvio che i vari dipartimenti scientifici e laboratori di ricerca, indirizzeranno i loro studi li dove sarà possibile ottenere i fondi necessari per sviluppare gli stessi. È ora che si affermi la centralità della persona umana piuttosto che quella del capitale, ad oggi ancora ritenuto la panacea per tutti i mali. Che il capitalismo sia diventato una religione, come ha saputo ben descriverci Walter Benjamin, è ormai palese. Il neoliberismo, apparentemente opposto al potere monopolistico, consacrando il mercato a divinità assoluta, sancisce quale normale il criterio della concorrenza, che altro non è che un processo di rivalità, di diffidenza nell’altro, di divisione. Ciò viene insegnato nelle scuole istituzionali ed inculcato nelle famiglie da ormai diverse generazioni. Inculcare la percezione negli individui, di sentirsi migliori dell’altro, è la prassi ufficiale. L’aberrante sentimento del sentirsi io più tu meno. Al contrario, la valorizzazione delle diversità viene soffocata. E, pur sentendo da più fronti osannare termini quali la biodiversità, si percepisce la sensazione del vocabolo usato per moda acquisita. Come sovranità, resilienza, sostenibilità… ecc. Confido nella concretezza dell’azione che la società di mutuo soccorso “Stefano Rodotà” Generazione Future si accinge ad attuare. Per cui voto a favore della mozione della Presidenza.

Luigi Colosimo

 

Cari presidenti, vengo subito al punto e faccio riferimento a un intendimento che emerge chiaramente dalla mozione. Si tratta della necessità, da me pienamente condivisa, di trasformare la cooperativa in una organizzazione politica olistica che faccia sintesi e non divida. Sviluppare la capacità di confrontarsi con chi non la pensa come noi è, anche a mio parere, la strada da percorrere. Ciò però presuppone l’esistenza di scenari di confronto, che consentano lo sviluppo di senso critico e di apertura mentale. Sappiamo che questi territori si stanno sempre più riducendo, mentre sappiamo che è proprio lì che si dovrebbe praticare la vera arte della politica, intesa nella sua accezione più nobile e ormai quasi dimenticata. Quindi, se la capacità di confronto nasce e si sviluppa su multiformi e variegate “esperienze umane individuali” e quindi si amplifica a dimensione civile e politica, è altrettanto vero che il territorio di confronto per eccellenza nel nostro paese, il Parlamento, debba essere aperto e rappresentativo di ognuno. Per questo motivo, ritengo il sistema elettorale proporzionale puro, l’unico adeguato. Mi piacerebbe avere una vostra opinione in merito e conoscere il vostro orientamento generale rispetto al sistema elettorale. Grazie, di tutto.

Gianluca Braccalenti

 

Care e cari di Coop. Generazioni Future. Grazie dell’invito. Vi scrivo per comunicarvi alcuni dubbi incentrati sia sulla Mozione della Presidenza sia sul voto per la nuova Presidenza 2021. Certo non posso nascondere che il sapere del cambio del C.D.A a fine anno, mi dispiace non poco. Se in questo periodo ho avuto la possibilità di conoscere la bellissima gente del Comitato S. Rodotà è stato grazie al Prof. Ugo Mattei e al Prof. Alberto Lucarelli che hanno spiegato, divulgato e curato meravigliosamente l’immenso patrimonio culturale e sociale del Prof. Stefano Rodotà. Successivamente conobbi il Segretario Luigi De Giacomo e subito dopo la Prof. Giusy Clarke Vanadia e tutto il Gruppo Sicilia e posso dire di essermi sentito come in famiglia. Sui nuovi candidati naturalmente non posso esprimere nulla che possa somigliare alla mia piena fiducia che ripongo per l’attuale C.D.A per il semplice fatto che non ho il piacere di conoscerli ancora. Leggendo i C.V presentati, seppure lodevoli e importanti, francamente non mi sembra che nessuno di essi si possa accostare alla guida del delicato compito della difesa dei Beni Comuni. Forse mi sarei aspettato un C.V di un Giurista, un Costituzionalista, un Prof di Diritto o un Filosofo. Per ciò non mi trovo nelle condizioni di poter votare per nessuno dei candidati. Riguardo alla Mozione della Presidenza invece mi trovo ad esprimere nuovamente dubbi sul fatto che credo essere improprio il modo di “con – fondere” insieme i binomi Beni Comuni e Beni e ideologia comunista. Infatti al punto Futura: Torino e Castelfidardo oltre alla notizia che può essere buona di una lista da candidare alle elezioni amministrative, leggo: “produzione di intelligenza collettiva benicomunista” e più sotto leggo un altra frase forse rimasta incompleta, ma che mi sembra possa risultare riduttiva per il fattore discriminante sulle alleanze aperte. Penso magari sbagliando che oltre alla “sola discriminante fascista” per altro un nemico lontano all’orizzonte, si possano contemplare per amor di par condicio e ulteriore fattore unificante anche altri fattori discriminanti quali; nazista, totalitarista comunista, mafiosa, massonica ecc. ecc. Naturalmente sono dubbi che possono essere sicuramente chiariti e dibattuti, se ritenuto opportuno, per il resto mi auguro di potervi incontrare alla riunione del 27 ed avere l’opportunità di approfondirli e superarli insieme. Un caro e affettuoso saluto.

Anselmo Consolo

 

Avrei voluto fare un intervento articolato sull’aziendalizzazione del Servizio Sanitario, vista dalla prospettiva di chi vi ha lavorato, per spiegare perché, quegli elementi introdotti dalle riforme dei primi anni ’90, con il fine di responsabilizzare sburocratizzare e risparmiare, abbiano sostanzialmente mancato i loro obiettivi enunciati. Me ne manca il tempo e mi limiterò allora a sottolineare che nella realtà, che è distante dalla narrazione, autonomia professionale, responsabilità diretta della Dirigenza, valutazione professionale e in particolare il vincolo di fiducia*, hanno soprattutto favorito meccanismi di fedeltà e sottomissione, orientati alla sostanziale esternalizzazione dei servizi in favore del settore privato. I fatti parlano eloquentemente del fallimento di questo modello che ha prodotto disuguaglianze e neppure risparmio, soprattutto dopo la sua frantumazione nelle tante repubblichette sanitarie regionali. La progressiva dismissione della gestione diretta – dai tradizionali servizi di mensa, lavanderia, ai settori tecnico amm.vi e sanitari – ha esautorato competenze interne, chiuso ospedali, presidi territoriali e regalato, ove più ove meno, ampi spazi ad un Settore Privato sempre più agguerrito, fino al punto di consentirgli di dettare l’agenda e le regole. La gestione europea dei Vaccini e le insopportabili differenze di trattamento riservate ai Cittadini dalle nostre Regioni, ne sono l’esempio. La dismissione dei Presidi territoriali si è rivelata determinante nel numero dei morti che questo Paese ha contato in questo anno di Pandemia. Tale progressiva sottrazione di servizi ha colpito ulteriormente le donne, con la contrazione dei Servizi Consultoriali e con le difficoltà crescenti, soprattutto in alcune Regioni, per accedere alle Interruzioni Volontarie di Gravidanza. Ma fermarsi solo a questo sarebbe riduttivo. I corpi delle donne infatti si ammalano, differentemente e con frequenze diverse da quelli degli uomini. Reagiscono alle cure con caratteristiche loro proprie, diverse da quelle degli uomini. La ricerca, i percorsi clinici, diagnostici e di cura sono però stati misurati soprattutto sui corpi maschili e soltanto dal 2012 la Medicina di genere è stata inserita in Italia nei Piani Sanitari Nazionali e successivamente negli insegnamenti di Scuole e Università di Medicina (dicembre 2016 ) . Le donne vivono più a lungo e più degli uomini si ammalano di Alzheimer e di Demenze senili. La domanda che dobbiamo porci è allora relativa alla qualità di vita loro riservata da questi anni in più da vivere e spingere per una Prevenzione e Servizi domiciliari alternativi alle RSA, sulle quali troppo Privato di assalto investe con esclusivo fine di lucro.

Laura Santoro

 

Premessa la condivisione dei principi e delle dichiarazioni di intenti che devono presiedere alla trasformazione dell’Associazione in organizzazione di massa così come espressi nella mozione, la finalità dell’intervento consiste nel proporre osservazioni che possano contribuire a stimolare il dibattito intorno agli argomenti illustrati e a individuare le strategie più efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo indicato L’attuale momento storico descritto nel paragrafo iniziale rappresenta il naturale risultato del meccanismo di crisi che ha investito il rapporto tra i principi fondamentali della democrazia e la dinamica evolutiva del tessuto sociale di riferimento La società moderna si è evoluta in maniera più veloce rispetto alla capacità delle strutture democratiche di adeguarsi e supportare tale trasformazione Sono conseguentemente e progressivamente sempre più entrati in crisi i concetti di sovranità territorio e popolazione elementi strutturali imprescindibili dello Stato di diritto. La prima riflessione riguarda l’individuazione e lo studio dei nuovi principi giuridici politici filosofici sociali e economici capaci di rappresentare la nuova base concettuale di una moderna teoria della democrazia Un primo passo in questa direzione è rappresentato dalle azioni relative ai Beni Comuni e dai concetti di “unione dei diversi” “intelligenza collettiva” “valorizzazione delle prospettive di ognuno per trovare critica di sintesi” Dovrebbero aggiungersi e sottoporsi a dibattito critico propositivo il concetto di Servizi Comuni (benché un bene sia definito comune ciò non esclude che la sua gestione sia assoggettata a dinamiche operative che ne vanificano la qualità di bene comune) la strutturazione dell’Istruzione intorno a nuovi ulteriori contenuti, la trasformazione dell’attuale sistema di Informazione (che vede purtroppo ancora il primato indiscusso della televisione percepita acriticamente come espressione del Vero) la revisione dei rapporti tra economia, finanza e diritto ecc Ciò rappresenta il nucleo forte del nuovo percorso politico e la sua struttura di riferimento e consente di agevolare lo sviluppo “di un’identità politica più definita e riconoscibile” quale momento propulsivo per la diffusione e l’ampliamento territoriale della “nuova soggettività politica” Per ottenere un coinvolgimento più consapevole completo e diretto del territorio occorre consolidare temi e proposte organizzative e operative proporre una visione politica Futura che dimostri di avere colto il senso ultimo delle attuali trasformazioni di aver concepito e elaborato un nuovo sistema di riflessione (che si confronti in modo trasversale e aperto sui temi e non sull’appartenenza a questo o quel partito) e di valori appartenenti all’uomo come tale (Beni – Servizi Comuni ecc) e che si ponga e sia percepita dal territorio come momento genetico di una Nuova Identità Comune quale sovrastruttura politica della società che apparterrà alle Generazioni Future.

Massimiliano Lautieri

 

Buongiorno, ognuno di noi è qui portando il suo bagaglio di competenze ed esperienze da mettere a disposizione per la ricostruzione di un Italia che negli ultimi 30 anni è stata ed è devastanta. Varie le cause, ma se in questo momento storico dove i già disagiati e anche il ceto medio che si è trovato a sprofondare nella povertà estrema non si uniscono, sarà impossibile resistere alla situazione già presente. Chiedo semplicemente di anteporre a qualsiasi estrazione politica e religiosa, l importanza dell essere umano in sé come essere vivente e con questo auguro un felice lavoro di rinnovamento e ricostruzione a tutti i delfini

Elga Malossi

 

Si afferma che: Per contrastare questa strategia Generazioni Future si propone come una nuova soggettività politica che unisca e non divida, che valorizzi e faccia sintesi fra i diversi, proprio per superare il pietoso spettacolo dei battibecchi e degli insulti che va in onda ogni sera. La mia osservazione: Se il percorso della trasformazione del Comitato Rodotà in una cooperativa mutualistica di diritto economico e con le regole del rapporto economico, non può trasformarsi in un soggetto politico organizzato, che ha finalità diverse dalla gestione economica nel progetto e gestione. Quindi ho grande difficoltà a condividere la funzione della cooperativa in soggetto politico partitico. Osservazione sulla proposta del regolamento COMITATO POLITICO: E’ composto dal Presidente del CdA, nel rispetto dell’equilibrio di genere, in numero sufficiente (15/20 provenienti dal territorio) con il compito di alimentare il dibattito politico/strategico che ispirerà l’azione della società cooperativa. Opera in pool con il Gruppo di Gestione e in particolare alimenterà la Visione dei Beni Comuni contro egemonica. Sarà il luogo della informazione politica e della sua evoluzione: tutto sarà a disposizione di tutti i soci e, in particolare, dei Soci Cooperatori (i soci che avranno dato la propria disponibilità alla collaborazione attiva). Sarà la “Scuola di formazione politica” della società cooperativa. Mia osservazione: in linea con l’osservazione della proposta della Presidenza non è compatibile l’esistenza di un Comitato politico in una struttura economica gestionale. Mi di sapore di Soviet di memoria di rivoluzione sovietica. Sulla proposte di candidature non devo propormi per nessun ruolo di amministrazione. Posso dare una disponibilità di collaborazione nel dipartimento economico di progettazione e possibilità di ricercare risorse di fondi europei. Per superare la strategia del potere costituito sia il “divide et impera” che strumentalizza la paura per costruire opposte tifoserie. Tale strategia è evidentissima e serve a trasformare il cittadino in consumatore o addirittura in merce o in paziente. La prospettiva futura del dopo governo Draghi e con le elezioni politiche la prospettiva delle Next generation è quella di creare un soggetto politico autonomo, anche se collaborativo con la cooperativa, di Progetto e programmazione per il nuovo mondo del XXI secolo su valori inalienabili e non negoziabili di libertà, eguaglianza, traguardare ad una proprietà sociale come fondamento di Beni Comuni

Antonino Gulisano

 

La presente nota è formulata con il solo intento di contribuire all’avanzamento del progetto. La Nota riconosce e fa propria l’analisi del contesto e la visione futura, così come appare nella mozione della Presidenza: “L’obiettivo è la moltiplicazione numerica degli azionisti e la continuazione ed il potenziamento delle vertenze territoriali in cui il nostro apporto sarà richiesto o proattivamente proposto da noi.”

Partiamo dall’obiettivo e domandiamoci come perseguirlo. Nel fare questo focalizziamoci soprattutto su coloro che vorremmo diventassero azionisti: come li raggiungiamo? La soluzione sta nelle risposte che la cooperativa saprà formulare, seguendo processi democratici.

Per perseguire questo compito, bisogna che si attrezzi, come del resto ha già iniziato a fare: Nell’arco di circa due settimane, un gruppo composto per lo più da nuovi soci, organizzandosi in due sottogruppi, ha abbozzato il lavoro licenziando i due elaborati assembleari (revisione statuto e proposte per un regolamento).

Il traguardo fissato dalla Mozione del Presidente per i prossimi mesi, in vista della Assemblea straordinaria di fine Giugno prossimo, è: “In questi mesi l’obiettivo deve essere quello minimale di decuplicare i nostri azionisti attraverso l’impegno di prossimità di ciascuno di noi, ma soprattutto… della fase che stiamo vivendo”. Ma come? E’ certo che le posizioni apicali della cooperativa hanno chiara una meta, sanno come presentarla, ma queste conoscenze andrebbero diffuse nella struttura organizzata democraticamente che dovrebbe farle proprie. Solo a questo punto la cooperativa sarebbe pronta a prendere il largo.

Con questa nota, oltre ad individuare un problema, si vuole indicare una possibile soluzione, che sta nel calendario delle attività già richiamato dalla mozione del Presidente:

-Prima fase. Dedicare il tempo che rimane da oggi fino alla Assemblea di fine giugno al progetto organico e operativo della struttura della cooperativa e alla revisione dello statuto. A tal fine la Presidenza potrebbe, nell’ambito dei suoi poteri, nominare una “Commissione di Progetto”, sufficientemente ampia.

La Commissione di Progetto dovrebbe fornire informazioni sullo stato d’avanzamento lavori alla base associativa, raccogliendo pareri, affinché la formulazione del progetto sia il più condivisa possibile e possa l’Assemblea Straordinaria formulare il proprio consenso informato. Nel frattempo bisognerebbe aspettare che questo lavoro venga ultimato e approvato dall’Assemblea e solo dopo dare luogo all’attuazione delle deliberazioni, in forma sperimentale.

Seconda fase. La fase sperimentale, su mandato dell’assemblea, durerebbe fino alla fine dell’anno per calibrare le deleghe, individuare le aree di sovrapposizione e i possibili conflitti. Alla fine del periodo tutte le posizioni apicali previste nel progetto si dimetterebbero, consentendo il rinnovo delle cariche.

La soluzione proposta potrebbe sembrare dilatoria rispetto ai problemi che incombono. Potrebbe sembrare frustrante per la voglia di fare…  Ma non si può prescindere da un processo di formazione e decisione strutturato, condiviso, democratico. Il tempo previsto è il minimo necessario, lavorando con dedizione e entusiasmo. Fuori da questo metodo non ci sarebbe condivisione con la base (là dove risiedono le braccia e le gambe della cooperativa) e dunque il progetto, molto probabilmente, non avrebbe molte probabilità di sopravvivere.

Antonella Trocino e Lino Rosetti

 

QUI PER SCARICARE IL FILE PDF: https://generazionifuture.org/wp-content/uploads/interventi-scritti-delle-persone-azioniste-Assemblea-27032021.pdf

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  1. Mauro Parilli 4 Aprile 2021 at 18:51 - Reply

    Potrebbe essere utile vedere cosa fanno gli altri Paesi del mondo presi come esempio per la migliore qualità della vita i cui modelli ripropongo in questo scritto un po’ lungo, ma rappresenta la soluzione.
    Mauro Parilli
    Mauro.parilli@gmail.com

    https://drive.google.com/file/d/1CpyFlWK-RplMiAZr_CbURI4xrM8qcLum/view?usp=drivesdk

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