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di Danilo D’Angelo

Perché scrivere un articolo su Auroville, una realtà così lontana dalla nostra, in un momento dove in Italia stiamo fronteggiando grossi problemi di perdita di democrazia?

Perché credo che Auroville potrebbe rappresentare un esempio non solo per tutta l’umanità, ma soprattutto per noi che in Italia da anni ci battiamo per una società migliore, più giusta ed equa e che cerchiamo di portare questo nostro povero Paese verso un futuro più consono al proprio passato. L’ingordigia di consumismo e materialismo è finita, anche se ancora molti si ostinano a “lucidare gli ottoni mentre il Titanic affonda”. È tempo di realizzare il mondo nuovo formato dall’uomo nuovo, condizione sine qua non per operare la transizione.

C’è chi tra di noi pensa che questa possa avvenire solo tramite lo strumento politico e chi, come il sottoscritto, ama pensare che qualunque sforzo in tal senso sarebbe inutile, mentre la soluzione starebbe nel prospettare una società parallela all’attuale, come ho già scritto molte volte.

In tal senso la lezione di Auroville potrebbe essere molto utile a tutti noi, perché lì, in questo preciso momento, si sta giocando su entrambe i tavoli e l’esito non è scontato.

In questo scritto toccherò superficialmente il senso profondo di Auroville, perché non è questo il mio intento. D’altronde ci sono volumi interi dedicati all’argomento. Il mio scopo è farvi percepire quanto sta accadendo a quella bellissima realtà e cosa succede quando lo strumento politico si intromette in un ambito che non è di sua competenza. Soprattutto se la politica è quella di un partito estremista come quello attualmente in carica. In tal senso penso sia interessante leggere il discorso che il Presidente dell’India Narendra Modi tenne quando visitò Auroville nel 2014 e che trovate a QUESTO LINK

Interessante perché Modi è alla disperata ricerca di figure di riferimento da utilizzare come vessilli per il suo partito, il BJP. Tra queste figure ricadono Vivekananda e Sri Aurobindo e, a giudicare dalle sue parole, la stessa Auroville, che al contrario non è nata con lo scopo di essere l’emblema di nessuno, tantomeno di un partito estremista ed autoritario come il BJP.

La parte politica, l’interesse che il BJP potrebbe avere nei confronti di Auroville sarà il tema della seconda parte di questo scritto.

Partiamo dall’antefatto.

Il progetto originale di Auroville voluto dalla Madre e disegnato dall’architetto francese Roger Anger, prevede una pianta della città a forma di galassia, che può ospitare fino a 50.000 abitanti, circondata da una cintura verde. Al centro della città è stato eretto il Matrimandir, una struttura sferica luogo di concentrazione. Esternamente alla zona del Matrimandir si collocano, come quattro petali, le aree principali: l’area residenziale, quella culturale, quella internazionale e quella industriale. All’interno di queste aree è stata prevista la Crown Road, una zona di servizi concentrica che collegherebbe le quattro zone.

Il progetto è stato approvato dal governo indiano molti anni fa, ma al momento sono stati eretti solo il Matrimandir e parte delle quattro aree.

Fino a quando era in carica il governo condotto dal Congress, nessuno ha fatto pressione ad Auroville perché si portasse avanti il progetto. In questo modo parte degli aurovilliani si sono rilassati e non hanno portato a compimento il progetto ideato della Madre. Da quando al governo c’è il BJP le cose sono cambiate: Modi è andato ad Auroville nel 2014 e nel 2021 ha nominato la nuova Segretaria dell’Auroville Foundation, la dottoressa Jayanti Ravi che ha stabilito, come sua priorità, la costruzione della Crown Road.

All’interno di Auroville convivono diverse anime ed è assolutamente giusto che sia così. Infatti l’esperimento non si pone come limite l’essere partecipato da persone uniformi e perfettamente allineate. Anzi, l’esperimento consiste proprio nel far nascere un nuovo tipo di uomo e, quindi di società, partendo da persone di buona volontà, ma provenienti da Paesi, credi ed esperienze assolutamente eterogenee.

Pertanto, in questa bellissima e longeva realtà, coesistono “ambientalisti estremi” – contrari a seguire il progetto originale quando entra in conflitto con l’ambiente naturale e che sono poco disposti a vedere Auroville come una nuova realtà urbana – e persone più vicine all’idea originale della Madre che era quella di sperimentare un nuovo modo di vita dove l’opera artificiosa dell’uomo si armonizzasse con il resto della natura.

Durante gli anni di stasi alcuni aurovilliani hanno continuato a piantare alberi ovunque, anche dove il progetto prevedeva la Crown Road e proprio su quella fascia hanno costruito lo Youth Centre. Il quattro dicembre 2021, dopo avere per l’ennesima volta avvisato i residenti che si sarebbero dati inizio ai lavori della Crown Rd, il governo indiano o meglio, la Segretaria dell’Auroville Foundation, ha mandato le ruspe per cominciare i lavori, abbattendo parte dello Youth Centre e gli alberi ivi cresciuti. La reazione della comunità è stata di due tipi: c’è chi si è piazzato davanti alle ruspe per non farle agire e chi ha cercato di convincere i suoi concittadini che questo era nei progetti della Madre e che erano stati loro a sbagliare costruendo e piantando alberi proprio dove sarebbe dovuto sorgere il centro di servizi.

A questo punto la comunità sta vivendo una sorta di scissione interna, almeno dal punto di vista emotivo, che però potrebbe portare nuova vitalità sia per lo sviluppo di Auroville, prospettato dalla Madre e aspettato da molti sostenitori internazionali di Auroville, compreso il governo indiano, sia per il modo di stare insieme dei suoi abitanti, che potrebbero prendere spunto da questa vicenda per ricordarsi chi sono e quali sono gli obiettivi che la loro cittadina si pone già fin dagli albori.

Nei mesi passati ho avuto la fortuna e il piacere di incontrare un paio di aurovilliani, entrambe di origine italiana, che sono stati disposti a parlare con me della situazione che si è venuta a creare. Uno di loro ha chiesto di rimanere nell’anonimato e lo chiameremo “residente italiano”, l’altro si chiama Giacomo.

Ciò che segue è una sintesi del nostro incontro.

Residente italiano

Come stai vivendo il cambio della guardia che è avvenuto recentemente?

«Modi è venuto ad Auroville in occasione del cinquantesimo anniversario. Ha fatto un bellissimo discorso e, in quel momento, stava lanciando l’idea delle “smart cities” e ha portato Auroville come esempio di smart city, come fiore all’occhiello di città intelligente.

Auroville si basa su tre piedistalli:

  • L’Assemblea dei Residenti
  • Il Governing Board o Consiglio d’amministrazione
  • L’International Advisory Board, costituito da personalità eminenti di tutto il mondo, che si riuniscono due o tre volte l’anno, qui ad Auroville, dando indicazioni su come portare avanti Auroville, sempre in un’atmosfera cordiale e di supporto.

C’è stato un lungo periodo di stasi, durante il quale poco è stato fatto, non c’era un Segretario, non c’era il Governing Board e, ultimamente, anche il Covid ha fatto sì che tutto si fermasse.

Un anno e mezzo fa è stata nominata la nuova Segretaria e il nuovo Governing Board. Invece i membri dell’International Advisory Board non vengono ad Auroville da diverso tempo. Il GB è venuto subito dopo la Segretaria, e si sono posti con un atteggiamento molto critico, lamentandosi del fatto che Auroville è stata fondata 54 anni fa, che la Madre si proponeva di raggiungere 50 mila abitanti in 10 anni, e invece è tutto fermo e siamo solo 3.500 abitanti. Hanno accusato dicendo che molti dei residenti non sono in realtà interessati al progetto della Madre, ma stanno qui solo per convenienza e che, comunque, non restano qui per un lungo periodo, ma tornano spesso al paese originario. Quindi hanno criticato moltissimo, non hanno riconosciuto le tante buone cose che sono state fatte negli anni e, le volte che sono venuti qui non sono mai stati disponibili a un dialogo. Hanno fatto le loro rimostranze, hanno detto di contattarli via mail per qualunque risposta e se ne sono andati.

Dal 4 dicembre la Segretaria ha dato il via alla costruzione del Crown Road, che è una strada ciclo-pedonale, con diversi servizi che unificheranno le quattro zone in cui si divide Auroville. Ha cominciato con l’abbattere gli alberi che si trovavano sul percorso della Crown Road e demolendo parte dello Youth Centre.

Precedentemente a capo del GB c’era Karen Singh, principe del Kashmir, politico di alto rango e studioso di Sri Aurobindo che, nei confronti di Auroville, ha sempre avuto un atteggiamento da gran signore, sempre accondiscendente e noi eravamo abituati a relazionarci con lui. Stessa cosa avveniva con l’International Board, al cui interno vi erano personalità di alto rilievo sociale da tutto il mondo che cercavano di capire cosa fosse Auroville e quale il suo intento e portavano il loro contributo senza mai battere i pugni sul tavolo.

Al contrario il nuovo Governing Board è arrivato con grande piglio decisionista e autoritario. Inoltre la Segretaria è subito stata attorniata da un gruppo di aurovilliani che erano insoddisfatti e frustrati, che portavano delle idee molto rigide, alcuni di loro provenienti dall’ashram, e seguivano alla lettera i precetti sui quali si basa Auroville. E’ stato portato ad esempio il giurare sulla Carta che dice che “Auroville non appartiene a nessuno in particolare, ma per vivere qui bisogna essere servitore volontario della Coscienza Divina”. Ora, capire cosa sia questa Coscienza Divina è questione di un proprio sentire. Per esempio l’ultima volta che è venuto l’attuale governatore ha detto che essere servitori della Coscienza Divina significa essere sadhaks, monaci come quelli che vivono all’ashram. Ma anche nella visione di Sri Aurobindo vivere nell’ashram è uno yoga del fare, karma yoga, per cui non passi il tempo a meditare, ma studiando e cercando di mettere in pratica la tua spinta evolutiva. Questo è anche quello che si propone Auroville, non all’interno delle mura di un ashram, ma in una città aperta al mondo. Neanche la Madre pensava che qui si dovesse essere tutti monaci quando, per esempio, affermava che questa non deve essere una nuova religione: “se mai dovessi definire Auroville”, diceva, “certamente la descriverei come una “divina anarchia”»

Visto che coesistono diverse anime all’interno di Auroville immagino che la coesistenza possa essere garantita se nessuno prende il sopravvento su un altro.

«Dovrebbe essere proprio così, ma mi vedo costretto a dire che, evidentemente, chi prende troppo alla lettera il messaggio di Auroville evidentemente non l’ha capito. Forse sono stati fuorviati da quelle persone che hanno interesse a creare confusione al nostro interno tramite una struttura di potere. Tutti i membri delle varie istituzioni interne di cui ti parlavo, regolarmente elette da noi, la Segretaria non li ha presi in considerazione e con le persone che si sono offerte di collaborare con lei ha creato un nuovo Working Committee, un nuovo TDC (addetto al piano regolatore della città), un nuovo FAMC (addetto all’assetto finanziario), ed altri gruppi minori. Per cui, al momento, c’è un doppione di tutte le nostre istituzioni, solo che alcuni sono ufficializzati dal governo Indiano mentre alcuni dei precedenti rappresentanti sono stati denunciati per attività antigovernativa, quando hanno cercato di mediare tra governo e residenti per non utilizzare le ruspe. Perché, appunto, nel frattempo la Segretaria aveva nominato nuovi rappresentanti e i precedenti non avevano più l’autorità per poter mediare con le forze di polizia. Quindi al momento continua ad esistere un doppione di tutto, dalle istituzioni alle strutture comunicative.

È chiaro che a questo punto si siano formati due schieramenti al nostro interno, dove c’è chi accusa gli altri di tirare il freno a mano o di non volere seguire il progetto della Madre. Ma questo non è assolutamente vero. Tutti noi siamo per il completamento della “galassia”, ma non in questo modo, non distruggendo quanto si è costruito negli anni precedenti. Contemporaneamente erano stati creati gruppi di lavoro, consultando diversi architetti, in un’operazione che si era chiamata “dream weavers”, per cercare di trovare una soluzione che permettesse la continuazione del progetto senza dover abbattere gli alberi e le strutture realizzate negli scorsi anni. Si era arrivati alla soluzione di affidare tutto a Balkrishna Vithaldas Doshi, architetto di fama mondiale che faceva parte del precedente GB. E invece la Segretaria si è rivolta a degli architetti di Chennai, senza tenere conto di quanto prospettato dai dream weavers.»

Ma da quello che ne so io il progetto esiste da diversi decenni, la Segretaria della Fondazione non è venuta e di punto in bianco ha raso al suolo parte di Auroville, anzi, se non sbaglio vi ha anche dato dei limiti temporali in cui sgombrare l’area in oggetto.

«E’ vero, però come ho detto prima c’è modo e modo. Tempo fa ci fu una riunione con la Segretaria che molti boicottarono. Io ci andai e le chiesi perché, invece di cominciare ad abbattere gli edifici e gli alberi che già esistevano nella zona della Crown Rd non si fosse prodigata con altrettanto vigore ad acquisire i terreni che sono pur essi sulla fascia della Crown Rd, ma non sono ancora di proprietà di Auroville. Dissi che mi sembra poco strategico che si cominci con il distruggere ciò che si è costruito negli anni quando comunque il progetto, stando così le cose, non potrà essere portato a compimento, per il fatto che molti terreni non sono stati ancora acquistati. Se lo avesse fatto avrebbe dato dimostrazione di riuscire dove noi abbiamo fallito per diversi anni. Lei mi rispose che il governo indiano non ha intenzione di comprare altre terre, in quanto Auroville ne possiede già l’80% del necessario al piano.»

Capisco la tua obiezione, ma il BJP si comporta così, non chiede “scusa posso entrare?” Entra punto e basta.

«Io non prendo una posizione politica, ma riscontro semplicemente dati di fatto che stanno modificando molto decisamente uno stile di vita coerente con i principi di Auroville. Ad esempio la Madre ha sempre detto che in Auroville non deve entrare nemmeno un’arma, ma da quando c’è il nuovo GB siamo pieni di polizia e di guardie del corpo, anche perché il nuovo Governatore del Governing Board è anche il Governatore del Tamilnadu ed una dei componenti del GB è la Governatrice di Pondicherry. Per cui, ogni volta che vengono qui, portano con loro uno stuolo di poliziotti e di guardie del corpo con i mitra e posizionano gli scanner come negli aeroporti. Alla fine ho scoperto che è apparso un cartello all’ingresso dei giardini del Matrimandir per fare in modo che, almeno lì, non si portassero armi. Insomma, questa non è più Auroville.»

Quindi ti sembra di poter dire che il governo indiano stia interferendo con l’esperimento che rappresenta Auroville?

«Secondo me si fa strada un’ottica deformata di questo esperimento. Sia la nuova Segretaria che quelli che si sono schierati dalla sua parte, sono imbottiti di citazioni di Sri Aurobindo e Mere e la stanno facendo diventare una religione. Al contrario sia Lui che la Madre hanno dato delle indicazioni molto ampie sull’evoluzione della coscienza e poi hanno detto “andate e fate”. Sostanzialmente la Segretaria viene sentita come un corpo estraneo al posto di comando, circondata da vari “yes men”, che ci accusano di colonialismo spirituale. Questo è inaccettabile!»

GIACOMO

Giacomo ti va di spiegarmi come si struttura Auroville?

«Teoricamente Auroville è divisa in quattro aree più il centro: l’area internazionale, quella industriale, quella residenziale e quella culturale, che si concentra sul creare la cultura interna di Auroville, per cui le scuole, la parte espositiva, quella artistica, ecc. La zona industriale dispone delle infrastrutture per supportare le nostre attività; la zona internazionale serve a ricevere le persone e la cultura che vengono da fuori. Ogni padiglione dovrebbe ospitare “il genio” della cultura di un determinato Paese, diciamo l’essenza di quello che, per esempio, l’Italia, la Francia e gli altri Paesi incarnano; quella per noi è la parte interessante. È come se il mondo entrasse in Auroville tramite la zona internazionale che è adiacente a quella culturale. Quindi vi è lo scambio tra il meglio di Auroville e il meglio del mondo esterno. È stato concepito come un luogo per un vero e proprio rinascimento.»

Nel 1954 la Madre scrisse le seguenti parole: «Ci dovrebbe essere un posto al mondo dove nessun governo possa dire “questo è mio”» mentre, attualmente, il governo indiano ha una forte presenza all’interno di Auroville.

«Questo è un punto cruciale, importantissimo e, a mio avviso, sottovalutato dai residenti. Auroville è su territorio indiano e l’India, per sua natura, ospita qualunque ricerca del divino e, comunque, spirituale. Al momento della fondazione di Auroville ci fu un periodo di transizione tra l’ashram di Sri Aurobindo, a Pondicherry, ed Auroville, per cui la Madre istituì la Sri Aurobindo Society, il cui scopo era solamente il recupero di fondi per la costruzione di Auroville. Invece, piano piano, si sono inseriti nella pianificazione della città mentre il loro servizio e il loro sacrificio doveva essere solo il recupero di fondi. Quando la Madre lasciò il corpo loro divennero burocraticamente e legalmente i proprietari di Auroville. In quel momento avvenne una lotta molto forte tra gli aurovilliani, che a quel punto non avevano più nessuna protezione, perché finché la Madre era in vita li proteggeva dalle ingerenze della SAS, ma in seguito quest’ultima non ha trovato più alcun ostacolo per poter agire a suo piacimento. Ed infatti hanno fatto uscire tutte le persone che ostruivano la loro visione del progetto. La Madre aveva dei devoti, tra cui alcuni ricoprivano altissime cariche politiche del tempo che, data la situazione, sono intervenuti personalmente coinvolgendo il governo e il Parlamento dell’epoca. Fu istituita una Commissione Parlamentare che indagò sui fatti; ci fu un grande processo che decretò che la SAS non poteva essere proprietaria di Auroville e quindi persero tutti i privilegi che si erano arrogati. Ma Auroville non disponeva di nessuna organizzazione che si potesse fare carico di mandare avanti l’esperimento, perché tutto era sempre stato sulle spalle della Madre. Quindi il governo indiano si fece temporaneamente garante che i tre documenti (Charter, A Dream e To be a true Aurovillian) fossero rispettati. Stabilì, così, degli obiettivi con delle tempistiche per raggiungerli, vigilando che gli aurovilliani non uscissero dai binari, ma lasciando in mano loro il come attuarli.

Questo è stato il primo passo che il governo indiano fece all’ interno dell’amministrazione di Auroville ed accadde tra il ’73 e il ’75. Quindi ci furono una serie di persone chiave molto influenti, anche all’interno dell’UNESCO che riuscirono a porre fine all’intrusione della SAS, ma a costo dell’ingresso del governo. Ed è stato un compromesso, come quando Montanelli diceva “turiamoci il naso e votiamo per il meno peggio”, perché si era consci che, una volta che il governo aveva messo piede all’interno di Auroville, sarebbe stato difficile farlo uscire, soprattutto perché la città non si sarebbe potuta costruire in cinque anni e si sarebbe dovuto avere a che fare con le altre legislazioni che si sarebbero succedute e che avrebbero potuto usare il loro piede all’interno per altri scopi. Ed è quello che è successo. Finché c’era il Congress al governo, con tutti i suoi limiti, non avrebbe mai interferito con il progetto; Indira Ghandi ha incontrato spesso la Madre e non si sarebbe mai sognata di approfittare di Auroville per suoi scopi personali o politici. Il Maharajah del Kashmir era un devoto della Madre ed è stato uno dei più grandi difensori del progetto originale. Poi però, tutte queste persone, che definirei eroiche, che hanno avuto un contatto diretto con la fondatrice e ne hanno incarnato la volontà nel tempo, sono venute a mancare e il ricambio generazionale di persone veramente connesse con quel valore è scemato. Ma, a mio modo di vedere, sono gli aurovilliani che hanno perso l’occasione per creare Auroville come avrebbe dovuto essere, non solo fisicamente, materialmente, ma a livello amministrativo. E invece si sono approfittati della protezione dei governi passati, lasciando passare molti anni senza che nulla del progetto fosse attuato. Perché se avessimo dimostrato di essere rispettosi del progetto, leali al progetto e che, con una velocità adeguata, lo stessimo attuando, nessun governo avrebbe avuto nulla da ridire. Purtroppo è solo colpa nostra se le cose non stanno seguendo il percorso pensato inizialmente.

C’è stato addirittura un momento in cui Auroville è stata veramente a rischio di chiusura, il progetto stava per fallire, ma grazie a questo scudo, questa protezione, questa energia siamo riusciti ad andare avanti. Ci siamo trastullati con l’idea che la protezione sarebbe durata per sempre e invece questa protezione ha cambiato tipo di energia e noi non l’abbiamo saputo vedere. Ora che al governo c’è Modi, la protezione inizia a scricchiolare. Anche se, paradossalmente, è ancora il governo che sta proteggendo il progetto dal fallimento, perché gli aurovilliani si sono allontanati talmente tanto dai nostri valori, che ci sono scuole che non parlano nemmeno più di Sri Aurobindo. Per cui il governo, ad un certo punto ci ha detto “vi abbiamo dato mezzo secolo, ma non siete cresciuti a livello di struttura urbana. E a livello di valori? La vostra economia è più distante da quella che era l’idea iniziale della Madre; l’asset amministrativo, anche lui è più distante; l’educazione è più distante. Per cui abbiamo abbastanza elementi per imporvi di rimettervi sui binari giusti”. Naturalmente il modo che ha questo governo di agire è discutibile, ma di fondo non ha tutti i torti.»

Certo mi sembra strano che questo vi debba essere imposto dall’esterno, soprattutto da un partito che adotta metodiche alquanto brutali. Mi sarei aspettato che persone come voi aurovilliani foste in grado di vedere da soli che stavate solo tergiversando e non seguendo il progetto originale. Penso a figure di una certa autorevolezza, che di sicuro ci sono tra di voi, che magari si sono conquistati la fiducia degli altri nel corso degli anni. Ecco, loro non hanno una certa voce in capitolo per rimettere Auroville sul binario giusto?

«Non è semplice che questo avvenga dal nostro interno per vari motivi, di cui, secondo me, il più profondo è che Auroville sin dall’inizio è nata con una forte divisione al suo interno: prima tra SAS e aurovilliani, poi tra gli aurovilliani che seguivano Satprem e quelli che non lo seguivano, poi gli aurovilliani che volevano la foresta e quelli che desideravano la città, ora quelli che supportano il governo e quelli che sono contro. Sono sicuro che se supereremo questa fase ci sarà un’altra polarizzazione, perché è proprio la struttura di Auroville psicologica ed educativa che, da questo punto di vista ha dei punti deboli. Noi non riusciamo a creare un’unità, anzi sembra che attiriamo motivi vari per polarizzarci e perdere la lucidità e questo ci fa tendere verso gli estremi e, in fin dei conti, ci facciamo la guerra. Questa è una tematica ricorrente, anche se scaturisce da situazioni sempre differenti. È un tema che abbiamo toccato anche durante le recenti riunioni. Personalmente ho fatto presente che quanto sta facendo il governo è grattare la superficie di una ferita che sicuramente fa male, ma che non nasce il 4 dicembre di un anno fa quando sono arrivate le ruspe, ma questa ferita ha origine negli anni ’70 e noi, ingenuamente, l’abbiamo messa da parte. E ci sono state persone che hanno aspettato l’opportunità favorevole  per molte cose, come è successo con lo Youth Center, e il modo in cui sono nate è naturale che conducano inevitabilmente a certo tipo di Karma, perché è evidente che sono fatte di proposito, contro il progetto, nonostante che questo sia stato approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale da tempo, e la cosa per me molto brutta, e che richiede una capacità di analisi molto ampia, è che chi sta pagando le conseguenze non è di certo la generazione che ha messo lì lo Youth Center, ma una generazione e mezza dopo, i quali provano un grande senso d’ingiustizia, perché non sanno come tutto è nato. Per loro ci sono solo le ruspe del governo che vengono e buttano giù tutto. E da un lato li capisco, perché quando c’è in atto una violenza fisica e vengono abbattute le case e gli alberi, le emozioni sono talmente forti che è difficile affrontare la situazione con distacco. E queste figure di cui parlavi tu, che si sono create una certa autorità nel corso degli anni, devono avere a che fare con un’energia polarizzante estremamente forte per cui vengono, in qualche caso, anche isolate in diversi modi, come dandogli cariche onorarie altisonanti, ma che nella pratica contano poco.»

Guardando l’esperienza di Auroville con un certo distacco non pensi che il senso ultimo sia che, qualunque esperimento si provi ad attuare, il bipolarismo sia una condizione che si ripresenterà invariabilmente, nel momento in cui diversi esseri umani proveranno a convivere o comunque a condividere un certo tipo d’esistenza, senza prima aver svolto un certo tipo di lavoro su se stessi, un lavoro di evoluzione interiore?

«Da qualche tempo collaboro con l’università di NY che sta portando avanti una nuova vena filosofica chiamata “post human” o post umanesimo che sostanzialmente rivaluta l’essere umano. Tra l’altro la sua più grande esponente è l’italiana Francesca Ferrando. Si parte dall’essere umano come era concepito nei tempi antichi, fino ad arrivare all’Illuminismo che ha messo l’uomo al centro di tutto e, con l’uomo, la sua mente razionale, portando all’evoluzione che ancora oggi è evidente. Non si è mai vista un’epoca di benessere come quella attuale, nella storia dell’uomo. Al tempo stesso sappiamo che abbiamo raggiunto il limite di quanto questo tipo di uomo e di mente possono apportare allo sviluppo della razza umana stessa e del suo benessere. La soluzione è oltrepassare questi limiti utilizzando mezzi nuovi. Uno dei punti chiave del post umanesimo è il post dualismo, il superamento di questa impasse. Finché adottiamo strategie politiche, sociali, psicologiche, economiche che prevedono un più e un meno ritorneremo sempre al vecchio sistema che produce tanto, ma sempre a un costo. Ogni volta che c’è una dualità invariabilmente una assume un polo positivo e l’altra quello negativo. Si sta vedendo chiaramente che è impossibile raggiungere certi ideali con i mezzi che ci ha dato l’Illuminismo.»

Il concetto di superamento della dualità non è però nuovo; almeno dal buddismo si tratta questo argomento e immagino che anche Sri Aurobindo e la Madre avranno sviluppato queste tematiche.

«Auroville è stata concepita come la culla di una nuova specie, quindi tutto ciò che è sostenibilità ambientale, forme di consenso ecc. sono tutte cose importantissime, ma sono solo la crosta superficiale, sono prodotti derivati da uno stato di coscienza post duale. Tanto che Sri Aurobindo in una delle formule con cui definiva se stesso e lo yoga integrale diceva: “Liberazione e godimento, potere e purificazione”, sono le polarità che finora non sono mai riuscite a convivere. A livello concettuale e spirituale sono concetti formulati già da diverse personalità, ma creare una città, una società su queste basi non l’ha ancora provato a fare nessuno.»

Personalmente ritengo che il fatto che Auroville esista già da più di cinquant’anni sia un successo.

«Per quanto se ne sappia non ha precedenti. Sono stati fatti altri tentativi di città di questo tipo, ma o sono durate meno oppure erano sempre rette da un re, un despota o un guru.

Nonostante tutte le difficoltà che Auroville ha vissuto e sta continuando a vivere, tutte le contraddizioni di cui abbiamo parlato, è proprio in questo contesto di libertà – libertà anche di sbagliare, di corrompersi – l’unico modo in cui la verità può mostrarsi. Perché nel momento in cui metti dei paletti o dei recinti può certo nascere qualcosa, ma sei anche sicuro che quel qualcosa non sopravviverà.»

Chi mi conosce sa che non sono per la democrazia a tutti i costi. Credo che, nel caso di Auroville, ma di qualunque esperimento simile, se vi sono elementi che non sono congeniali al progetto, che remano contro per intenderci, io li estranierei dal progetto stesso. Perché l’esperimento è più importante dei singoli che ne fanno parte.

«La penso anch’io come te, ma rimane il problema che, una volta creato il potere di decidere chi sta fuori e chi dentro, questo potere può essere utilizzato da persone che lo userebbero in modo sbagliato fino al paradosso di utilizzarlo per estromettere quelli che li avrebbero cacciati. Quindi, come creare un potere ed assicurarsi che venga gestito solo dalle persone “giuste” diventa molto difficile.»

Non si tratta di potere, ma di interessi comuni. L’idea stessa del progetto dovrebbe essere strutturata in modo tale da attrarre solo chi è congeniale al progetto e non chi vuole approfittarsene per scopi personali.

«Il fatto è che i valori di Auroville sono così generali che possono essere letti a proprio piacimento. Per esempio la Madre ha parlato di costruire una città, ma questa può essere intesa in mille modi. Oppure anche se il progetto è stato approvato cinquant’anni fa, ora si hanno idee differenti e abbiamo a disposizione materiali e tecnologie che allora non esistevano. Personalmente credo che, dato che essere aurovilliano comporta dei privilegi quali avere un tuo conto corrente, essere steward di una casa, ecc., se esci dai parametri semplicemente perdi questi privilegi, finché non rientri nel ruolo di aurovilliano.

Fondamentalmente, quello che credo sia saltato all’interno di Auroville è l’educazione. Inizialmente, quando qui non c’era nulla, chi veniva era altamente motivato. Erano persone che lasciavano tutto per mettersi totalmente in gioco per la realizzazione del progetto. La Madre stessa ha sempre puntato molto sull’educazione dei nuovi arrivati e dei giovani che sono nati qui, i quali non hanno le stesse forti motivazioni dei loro genitori. C’è ancora una scuola che punta molto sui valori di Sri Aurobindo e la Madre. Ma non può solo una scuola o un gruppo di ragazzi usciti da quella scuola perseguire i valori fondanti di Auroville mentre gli altri ragazzi vanno a Pondicherry a bere o fare altro. E qui torniamo al punto di prima: se all’interno dell’esperimento ci deve essere libertà, ci sta anche che ci siano altri tipi di scuole che sfornino altri tipi di aurovilliani.

Io credo che, dopo un periodo di abuso e uno di negazione, in cui non volevamo vedere l’abuso, arriverà una fase di depressione, che probabilmente stiamo già vivendo, dove probabilmente molti se ne andranno. E, in un certo senso, è la scrematura ideale, perché Auroville è talmente opposta ai tuoi desideri che la lasci.»

È quello che intendevo precedentemente.

«Certo, una sorta di sistema immunitario. Dopodiché ci sarà un percorso di accettazione e di elaborazione, anche se ancora ci sono dei gruppi che resistono credendo di essere dalla parte del giusto; sono ancora nella fase negazionista.»

Il governo indiano vi ha dato delle tempistiche da rispettare?

«Ufficialmente no, ma si sono creati dei gruppi che stanno andando avanti con la costruzione di Auroville.»

Certo, come dicevo prima, è un peccato che questa spinta sia dovuta venire dall’esterno e non sia maturata al vostro interno e che sia provenuta da un governo come quello in carica. Anche volendo fare i dietrologi, posso pensare che il BJP, come dicono alcuni analisti, stia cercando di appropriarsi di figure come Vivekananda e Sri Aurobindo, in quanto privo di figure di riferimento. Quindi, dal punto di vista ideologico, posso capire i loro interessi verso la vostra comunità, ma non credo sia loro interesse appropriarsi della struttura fisica di Auroville.

«Assolutamente no, non è nelle loro mire. Dal punto di vista finanziario noi bastiamo appena a sostenerci, anche incrementando a più non posso le varie produzioni al nostro interno, costruendo cento guest house, il governo non si arricchirebbe. Per loro siamo irrilevanti.

Sicuramente è vero che il BJP si sta impossessando di figure, chiamiamole spirituali o pseudo religiose, e in questo caso è facile evincere cosa potrebbe succedere dell’India se il partito al governo sventolasse anche le bandiere religiose, basta guardare ad altre nazioni come per esempio l’Iran. È facile controllare le masse quando si assume questa forma di potere.

Sri Aurobindo ha parlato del ruolo che l’India potrebbe rivestire in questo periodo storico. Così come la Cina anche l’India pensa che l’Occidente stia perdendo il suo ruolo di leadership, perché ha rappresentato un essere umano mentale e razionale che ultimamente sta perdendo la presa e l’India e la Cina hanno da sempre avuto una profondità di pensiero che, sebbene per secoli sia stata dimenticata, ora sta riprendendo quota, anche se lo stanno facendo in modi discutibili. Sono la più grande dittatura e la più grande democrazia del mondo. L’India, dopo un periodo d’innamoramento dei valori occidentali sta riscoprendo i suoi antichi valori, anche se lo sta facendo in un modo molto forzato. Io lavoro con ragazzi delle ultime generazioni indiane e non sono indiani, non sanno niente dell’India, non hanno idea della loro storia. Quando parlo con i ragazzi gli dico che anche noi in Europa siamo passati da questa fase di crescita economica e di benessere, ma sappiamo bene che non porta alla felicità.

L’India deve assumere un ruolo, perché nel suo ciclo evolutivo l’essere umano deve riscoprire ciò che l’India rappresenta a livello globale. Solo che al momento l’India quel ruolo lo intende in modo occidentale. Inoltre non è nemmeno l’India che si assume questo ruolo, ma l’induismo. L’India è molto più dell’induismo e utilizzare solo questo come bandiera dell’India vuol dire non aver capito cos’è l’India.»

Prima hai detto che Auroville si regge finanziariamente a malapena. Oltre alle vostre produzioni editoriali, agli incensi e a molte altre attività imprenditoriali, così come, logicamente, anche alle donazioni, usufruite anche di sovvenzioni?

«Il governo indiano eroga annualmente sovvenzioni per tutti i lavori che riguardano la pianificazione e la costruzione della città. Infatti, da quando abbiamo rallentato, non ha più dato i soldi. Poi li dà per l’istruzione e per il padiglione indiano. A volte ha dato fondi per la costruzione degli edifici residenziali, ma non per i terreni, ma questo lo fa a progetto, non sono fondi annuali. Anche l’UNESCO, occasionalmente ha sostenuto il progetto.»

Nella prima parte di questo articolo mi sono limitato a riportare le impressioni di due aurovilliani che stanno vivendo in modo simile, ma non identico questo momento difficile per la loro comunità. Non è mio costume prendere posizione con chi intervisto e nemmeno questa volta lo farò. Mi piace solo rimarcare la mia ammirazione per il progetto.

Personalmente ho fatto parte per diverso tempo, durante i primi anni ottanta, di una comunità che, da quanto mi dicono, esiste ancora. Quindi è longeva quasi quanto Auroville. La differenza tra le due sta nel fatto che la prima si è retta per molti decenni sulla figura del suo fondatore, mentre la Madre è venuta a mancare pochi anni dopo la posa della prima pietra di questo esperimento eccezionale. Ciononostante Auroville esiste ancora e non ha intenzione di mollare.

La voglia dei suoi concittadini di andare avanti, nonostante le evidenti difficoltà che stanno nascendo al suo interno e di cui, almeno in parte, abbiamo trattato nella prima parte dell’articolo, è ammirevole ed è la condizione necessaria per portare avanti il progetto iniziale. Ma non basta.

Come disse Giacomo nel suo intervento, una volta che la politica ha messo il piede in una realtà, difficilmente si riuscirà a farla retrocedere. Penso proprio abbia ragione, soprattutto quando la politica è quella di Narendra Modi e del suo BJP.

Già scrissi in un mio precedente articolo cos’è il BJP e non ho problemi a ripeterlo ancora.

Il BJP (Bharatiya Janata Party) è un partito dichiaratamente di destra e le sue politiche hanno storicamente riflesso un’ideologia nazionalista indù tradizionale; ha stretti legami ideologici e organizzativi con il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) che a sua volta è un’organizzazione indiana di destra, paramilitare e nazionalista indù, fondata il 27 settembre 1925, prendendo ispirazione dal partito fascista di Mussolini. I nostri buoni esempi vengono sempre seguiti dal resto del mondo. L’RSS fu bandito una prima volta durante il dominio britannico, e poi per tre altre volte dal governo indiano post-indipendenza. La prima nel 1948 quando Nathuram Godse, un membro dell’RSS, assassinò il Mahatma Gandhi; poi durante il famoso periodo dell’Emergenza (1975–1977); e per la terza volta dopo la demolizione di Babri Masjid ad Ayodhya nel 1992.

Se nessuno di voi si ricorda o non ha mai sentito parlare della Moschea di Babri, sappia che nella tradizione indù, la città di Ayodhya è il luogo di nascita di Rama. Nel XVI secolo un generale moghul, Mir Baqi, costruì una moschea, nota come Babri Masjid, in un sito identificato da alcuni indù come Ram Janmabhoomi, ovvero il luogo di nascita di Rama. Negli anni ’80, il Vishva Hindu Parishad (VHP) ha avviato una campagna per la costruzione di un tempio dedicato a Rama nello stesso sito, con il BJP come voce politica.

Il 6 dicembre 1992 il VHP e il BJP organizzarono una manifestazione presso il sito che coinvolse 150.000 persone. La manifestazione ebbe un epilogo violento e la folla sopraffece le forze di sicurezza e demolì la moschea a furia di martellate e colpi di bastone. Una successiva inchiesta sull’incidente individuò 68 persone responsabili, tra cui diversi leader del BJP e del VHP. La demolizione ha provocato diversi mesi di rivolte intercomunali tra le comunità indù e musulmane dell’India, causando la morte di almeno 2.000 persone. Violenze di rappresaglia contro gli indù si sono verificate anche in Pakistan e Bangladesh. Un mio caro amico Professore di Storia ed ex leader del Movimento Studentesco Indiano negli anni ’70, in un intervista dichiarò che fu un atto irresponsabile da parte del BJP aver fomentato la folla. Da allora vive sotto scorta, costantemente minacciato di morte.

Ma questo non fu l’unico atto criminale recente in cui fu coinvolto il BJP. Il 27 febbraio 2002, 59 persone soprattutto donne e bambini sono morte nell’incendio di un treno a Godhra, nello Stato del Gujarat. Il Sabarmati Express trasportava i pellegrini indù che tornavano dal luogo sacro dell’antica moschea Babri ad Ayodhya, esatto, la stessa dell’incidente precedente. Nei primi giorni dopo l’incendio del treno, diverse persone furono accusate di essere responsabili sia dell’incendio che dei disordini succedutisi e la polizia ritenne che fossero tutti musulmani. Ma un rapporto forense riferì che l’incendio non scoppiò all’esterno, ma all’interno della carrozza interessata. Nei giorni e nelle settimane che seguirono, tra le 800 e le 2.000 persone furono uccise nel Gujarat, in una delle violenze intercomunitarie più gravi dell’India dalla sua indipendenza.

Il governo, l’amministrazione e la polizia di stato furono accusati di non aver adottato misure sufficienti per proteggere i civili e, addirittura, di aver partecipato attivamente alle violenze. A seguito dei massacri, si dice che da 140.000 a 200.000 persone siano state costrette a lasciare le loro case.

Dopo le violenze, le forze dell’ordine, accusate di legami con i rivoltosi, furono sospettate di aver impedito il corretto svolgimento delle indagini. La responsabilità del governo centrale dello Stato del Gujarat è stata direttamente messa in discussione dalla Commissione nazionale per i diritti umani. E chi governava il Gujarat in quel periodo? Narendra Modi.

Per inciso Modi, da ragazzo, militava nel RSS.

Quindi, come scrissi nel già citato articolo, chi governa oggi l’India sono gli stessi che hanno assassinato il Mahatma Gandhi e che hanno causato la morte di migliaia di civili, ma soprattutto, hanno minato un sentimento di appartenenza alla comunità indiana che era un dato acquisito, fino a pochi anni fa, sia da parte degli indù che dei musulmani, così come dei sikh e di tutte le altre minoranze religiose.

Il BJP è un partito di estrema destra, ultranazionalista, filo hindu e da quando Modi è al governo viene accusato di manipolare i mezzi d’informazione indiani, criticato per le sue posizioni dispotiche e le sue idee nazionaliste ed estremiste, oltre ad aver fatto modificare il metodo di calcolo del PIL, permettendo di gonfiare artificialmente i dati di crescita.

Dal 2014 il tasso di disoccupazione in India è così alto che il Ministero del Lavoro non fornisce più le statistiche. I settori bancario e ferroviario sono stati privatizzati così come sta avvenendo per la maggior parte dei servizi indiani. I bilanci già molto bassi per la sanità e l’istruzione (rispettivamente 1,2% e 0,6% del PIL) sono stati ulteriormente tagliati, così come altre spese sociali. Per quanto riguarda il diritto al lavoro, le modifiche approvate nel 2018 limitano ulteriormente le attività sindacali e tenderebbero ad agevolare i licenziamenti e ad estendere l’orario di lavoro settimanale dei dipendenti. Proprio qualche settimana fa leggevo su The Hindu, quotidiano filo BJP, che il Ministero dell’Istruzione sta pensando di portare l’orario di lavoro dei docenti a 12 ore giornaliere “…come è per tutti gli altri dipendenti statali”.

Ci sarebbe ancora molto da scrivere sulle scelleratezze messe in atto da Modi, come la distruzione della parte storica di Varanasi, città santa per antonomasia, con la conseguente perdita di innumerevoli templi e la disgregazione di una popolazione intera. Ma l’articolo non vuole concentrarsi solo su questi aspetti. Ne ho voluto però parlare perché, a mio avviso, non è possibile un’analisi seria su quanto sta avvenendo ad Auroville, senza tenere conto di chi sono gli attori in campo. Dal lato di Auroville vi ho portato gli esempi di due brave persone che si danno completamente per un ideale; sulla storia di Auroville la letteratura è molto ampia. Dalla parte politica queste sono il tipo di persone che hanno approfittato del “piede infilato” nell’esperimento. E, credetemi, non lo stanno facendo per fini altruistici, per far sì che gli aurovilliani portino a termine lo stesso. Se avete capito chi è Modi e cosa rappresenta il BJP non potete pensare che facciano qualcosa gratuitamente. Hanno i loro interessi.

E quali sono nel caso di Auroville? Certo, ha ragione Giacomo quando dice che Auroville non farà mai diventare ricco il governo indiano. Ma non sono i soldi di Auroville che interessano a Modi. Lui vuole Auroville come fiore all’occhiello, un esempio che dimostri la “benevolenza” dell’India, ma soprattutto sua, nei confronti di chi vuole investire nella spiritualità indiana e non solo in quella. Perché, dopo l’abbuffata d’occidentalismo, è venuto, secondo lui, il momento di imporre l’India come esempio da seguire. Esempio sia di crescita economica (truccata) che di visione del mondo. Per questo ha bisogno di impadronirsi della figura di Sri Aurobindo. Sono convinto che se potesse cancellerebbe dalla faccia della terra la figura della Madre, la francese Mirra Alfassa, in quanto non indiana. D’altronde la stessa Segretaria Ravi si è lasciata sfuggire l’infelice accusa di “colonialismo spirituale” rivolto agli aurovilliani.

Leggete come nel suo discorso Modi citi Auroville come esempio da seguire per tutto il mondo. La prima frase del suo discorso recita: «La visione di Sri Aurobindo della leadership spirituale dell’India continua a ispirarci anche oggi.» Ma la visione deve funzionare, deve essere portata a compimento. Nessuno vorrebbe mostrare all’occhiello un fiore appassito. E allora via con i giri di vite, anche se contemplano le ruspe, via con i soliti balletti ignobili degli “yes men”, via con l’approfittarsi di una transizione non completata per infilarsi nelle crepe dell’essere umano, in questo caso aurovilliano, per dividere ed imperare.

Questa è la politica com’è intesa oggi in tutto il mondo. Non nutro speranze per un cambiamento attraverso la politica e vorrei che non entrasse in ambiti non suoi, almeno ancora per qualche centinaio di anni. Poi, se l’uomo si sarà evoluto, ne riparleremo.

Auroville è un faro per chi, come me, sostiene la possibilità della coesistenza tra questo mondo e un mondo diverso. Ma vediamo come l’uomo ancora debole ceda facilmente alle tentazioni del potere, in questo caso incarnato dalla politica.

Spero vivamente che gli aurovilliani riescano a mantenere la barra dritta, che si ricordino chi sono e come e perché tutto questo ha avuto inizio. Spero che sappiano mediare e raggiungere uno stato di equilibrio tra loro per continuare la loro pacifica coesistenza. Spero che riescano a trovare dentro ognuno di loro la forza e l’orgoglio di essere aurovilliani. E, soprattutto, spero che riescano a trovare ancora degli alleati che li aiutino a riprendersi la titolarità esclusiva dell’esperimento e che la politica resti in disparte come mera spettatrice di un processo inarrestabile.

Infine, mi piacerebbe che i miei amici impegnati fino all’ultimo nello sforzo di cambiare il nostro Paese, si rendano conto che ciò non è possibile attraverso uno strumento fortemente corrotto come la politica, ma che ancora abbiamo a disposizione lo spazio per creare una realtà parallela attraverso la quale mostrare al resto del Paese che un mondo diverso è possibile.

 

Danilo D’Angelo

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  1. dottor Ramingo 2 Gennaio 2023 at 13:51 - Reply

    Lo stesso Ghandi strinse materialmente la mano a Mussolini nel suo viaggio antibritannico in Europa.
    Il Potere è mela marcia su tutta la sua tondità, su tutte le facce della sfera.

    La Città del Sole non avrebbe mai potuto contenere 50.000 tommasicampanella.

    Feci parte di una Comune campestre.
    Poi alcuni decisero di montare strutture (cucine, coperture, umanizzazioni dell’ambiente), ovviamente nel modo più ecologico, pulito, armonico possibile. E ancor più decisero di gestire ciò secondo i loro sanissimi, ma “progressisti”, principii.
    La Comune morì.

    Aurobindo, che gli alberi abbattuti ricrescano sbriciolando il cemento.

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