LIBERTA’ DI INFORMAZIONE, DI STAMPA E DI ESPRESSIONE
Beni Comuni – La sfida delle generazioni presenti – Sabato 17 aprile 2021 ore 10/13:00
Il terzo appuntamento 2021 con il Forum intergenerazionale TRAMANDARE si terrà SABATO 17 APRILE, su piattaforma Zoom, dalle 10 alle 13: “Ecologia Libertà di Informazione, di Stampa e di Espressione” sarà discusso da:
- Fabrizio AROSSA, Avvocato allo studio Freshfields BruckhausDeringer
- Edoardo GAGLIARDI, Filosofo e giornalista a ByoBlu, TV indipendente italiana
- Marta PETTOLINO, Docente all’Università di Torino, Direttrice responsabili della testata online The SocialPost.it
- Igor STAGLIANÒ, Giornalista, Direttore de Italia Libera, giornale digitale di informazione e partecipazione attiva.
> con la moderazione di Gilda FARRELL.
Il quarto Forum TRAMANDARE 2021 richiama la nostra attenzione sulle seguenti tematiche strettamente concatenate:
L’obbligo di preservare il diritto alla libertà di pensiero, d’opinione e d’espressione, di cercare, ricevere e diffondere pubblicamente informazioni e idee, senza riguardo a frontiere, oralmente o per iscritto, attraverso la stampa o qualsiasi altro mezzo, è riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 18 e 19), nel Patto internazionale sui diritti civili e politici (art 19) e nell’art 21 della Costituzione Italiana.
La responsabilità di capire il ruolo dell’informazione nel controllo sociale deve indurci ad indagare anche “i meccanismi di comando che diventano sempre più ‘democratici’, sempre più immanenti al sociale, e vengono distribuiti attraverso il cervello e il corpo degli individui”, ad opera di un “potere caratterizzato dalle tecnologie che individuano la società come ambito del bio-potere” (cit. Toni Negri).
L’arrivo d’internet, con la sua potenzialità di democratizzare la comunicazione interpersonale, ha influenzato dialogo, pensiero critico e cultura indispensabili a preservare partecipazione, democrazia e bene comune. Di pari passo, e purtroppo, “la capacità di attenzione delle persone è diminuita drasticamente (la maggior parte degli utenti di Internet non si concentra su un elemento per più di 15 secondi, come denunciato da un giornalista[1]. Negli ultimi cinque anni, i volumi dei libri sono stati ridotti di 29 pagine. Oggi, gli articoli più lunghi di 650 parole non sono accettati dagli editor. L’ultima riunione dei redattori delle agenzie di stampa internazionali ha deciso di abbassare il livello delle notizie dai 22 anni ai 17 anni. In Europa, la percentuale di persone che acquistano almeno un libro all’anno è ora del 22% (negli Stati Uniti è del 10,5%). Secondo un recente studio, “in Italia solo il 40% della popolazione è in grado di leggere e comprendere un libro, e il 13% delle biblioteche ha chiuso i battenti nel corso degli ultimi dieci anni”.
È importante chiedersi quale può essere il ruolo dei media, pure quelli indipendenti dai grandi gruppi − ma dipendenti da piattaforme come YouTube −, nel coinvolgere e far appello alle capacità riflessive e deliberative dei cittadini. Come si può promuovere l’autonomia delle persone, se gli algoritmi utilizzati dai proprietari di Internet mirano a catturare l’attenzione degli utenti per soggiogarli a una sola forma di ricerca, allo spettacolo, all’intrattenimento e al mordi e fuggi? I meccanismi della manipolazione cui sono sottoposti gli spettatori di questo specifico social media sono stati evidenziati molto bene da un articolo de El Pais intitolato “Gli effetti tossici di YouTube”. (https://elpais.com/tecnologia/2019/06/28/actualidad/1561716358_873128.html).
Oggi è quanto mai necessario e urgente chiarire cosa è l’informazione di qualità, qual è il valore del giornalismo di approfondimento analitico, non limitato soltanto al racconto succinto di fatti e di eventi. Quali criteri differenziano questo giornalismo da quelli che “risparmiano” ai lettori la fatica di pensare, come i tabloid, o da chi fabbrica false informazioni o alimenta le fobie dei “complottisti”, sfruttando la precarietà e l’ignoranza diffuse. Il senso di tali strategie comunicative sembra essere proprio quello di deviare l’attenzione dei cittadini verso conflitti inutili, non riconducibili alla lotta per la dignità delle persone, oppure diretti a corrompere ed alterare processi democratici elettivi. Tutto ciò allo scopo di far girare più diffusamente la pubblicità, inducendo consumi inutili, manipolando le coscienze, storpiando approcci, idee, dati e conclusioni. Un gioco molto pericoloso che punta a far credere che le verità sono relative, assecondando ipotesi fuorvianti o false “convinzioni” sull’irreversibilità delle condizioni sociali o economiche contrarie ai diritti, alla dignità e ai beni comuni. In tal modo, determinismo e linearità prendono il sopravvento, creando forme di dominio ideologico che genera fatalismo tra i cittadini.
Quale contributo possono dare, quindi, i media ai processi di costruzione della verità nello spazio pubblico e politico? In una recente intervista, Noam Chomsky ha affermato: “Quando le bugie si moltiplicano, la verità finisce per scomparire”. Ed allora: come affrontano i media la contraffazione delle informazioni, le argomentazioni storpiate o false riprodotte dai social media? Quali sono i meccanismi a disposizione dei media per proteggere la verità come bene comune o come bene pubblico? Come possono contribuire alla costruzione dello spazio etico-politico legale per conoscere e condividere verità indispensabili alla regolazione sociale e alla fiducia reciproca fra le persone? Una società basata sulla menzogna non può funzionare perché impedisce la cooperazione dei cittadini nella preservazione del bene comune e pubblico e rinchiude tutti quanti in una sterile e pericolosa individualità.
In ultimo, un ulteriore salto di qualità nella manipolazione con cui il potere costituito si rivolge direttamente ai cittadini. Qual è la differenza tra influencer e giornalisti? E perché i governi (in Francia, ad esempio, con il governo Macron) iniziano a utilizzare blogger o influencer come mezzo di comunicazione, piuttosto che favorire una vera libertà di informazione?
PROGRAMMA
Ore 10:00: Breve sintesi e lezioni del Forum precedente, Ugo MATTEI
Ore 10.10: Breve introduzione della tematica e dei partecipanti, Gilda FARRELL
Ore 10.15: Preservare e difendere – alla luce di nuove realtà digitali – i diritti alla libertà di pensiero, di espressione e d’informazione, Fabrizio AROSSA
Ore 10.35: La sfida di costruire e presentare l’informazione “scomoda”, Edoardo GAGLIARDI
Ore 10.55: Piattaforme, social e informazione: l’illusione di una libertà apparente, che cela dinamiche e algoritmi segreti, Marta PETTOLINO
Ore 11.15: Quali contributi qualitativi ai processi di costruzione della verità dei fatti possono dare oggi i media indipendenti? Igor STAGLIANÒ
Ore 11.35: Interazione col pubblico
Ore 12.00: I diritti alla libertà di espressione e d’informazione – come formulato negli strumenti esistenti – sono sufficienti a proteggere oggi questo bene comune? Fabrizio AROSSA
Ore 12.10: Il contributo dei media indipendenti alla costruzione di una comprensione comune, proattiva e trasformatrice del ruolo dei cittadini nello spazio etico-politico. Spunti di riflessione da parte di Marta PETTOLINO, Edoardo GAGLIARDI e Igor STAGLIANÒ
Ore 12.30: Interazione col pubblico
Ore 13.00: Chiusura
ATTENZIONE: Per partecipare attivamente al Forum del 17 Aprile occorre compilare il modulo di adesione a questo link: https://forms.gle/4hHN3XrS9nhmsYzr6
Riceverai quindi, via mail, le informazioni di accesso alla piattaforma Zoom
(sarà indispensabile entrare in Zoom con il proprio nome e cognome)
- Si può seguire la diretta sulla pagina Facebook di Generazioni Future: https://www.facebook.com/generazionifuturerodota
INFORMAZIONI E CONDIVISIONE
- Per tutti gli approfondimenti: https://generazionifuture.org
- Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/988206341919799/
Di che azienda o il perche di questa riunione???
nessuna azienda . Si parlerà di diritto di informazione come bene comune , dunque nella cornice costituzionale dell’art.21.
Parlare di informazione libera e creare un evento su Facebook o su YouTube non mi sembra una scelta coerente visto che queste piattaforme sono strumenti del globalismo e neoliberismo.
Vi invito ad aprire un canale su Telegram e di interagire con la piattaforma di Byoblu che a breve avrà un canale sul digitale terrestre e con la piattaforma di Visione TV, entrambe libere ed indipendenti. Grazie
Condivido , queste piattaforme non sono libere e rispondono a “certi poteri”, che manipolano l’informazione.