E’ uscito l’ultimo libro di Alberto Lucarelli “Populismi e rappresentanza democratica” edito da Editoriale Scientifica. Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Napoli Federico II, già Assessore ai Beni comuni ed alla Democrazia partecipativa del Comune di Napoli. già componente della Commissione Rodotà per la riforma delle norme del codice civile sui beni pubblici. è componente del direttivo italiano dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, e vicepresidente del Comitato Rodotà.

il libro analizza il fenomeno del populismo di fronte alla crisi della rappresentanza e della sovranità popolare, all’interno degli elementi fondativi dello Stato. Il populismo, con la nascita dello Stato moderno, si sviluppa nei regimi assolutistici, con un popolo invisibile, privo di diritti, esprimendo una rivendicazione dal basso di condizioni umane dignitose. Le istanze conflittuali, tese ad ottenere giustizia sociale, si rivolgono direttamente al potere, senza alcuna possibile mediazione.

Con l’affermarsi delle democrazie rappresentative, con la sovranità popolare basata progressivamente sul suffragio universale, con gli istituti di partecipazione politica, e ancora più con l’insorgere dello Stato sociale, il populismo si riduce a fenomeno minoritario.

I populismi, tuttavia, si ripropongono, con forza, alla fine del secolo scorso, attraverso spinte diametralmente opposte. Si configurano, da una parte, populismi settari, identitari, autoritari, basati su un rapporto popolo-territorio, escludente e proprietario, ben radicati nella cultura neoliberista, dall’altra di forme di populismo disilluse da una rappresentanza sempre più elitaria e sempre meno democratica.

Il popolo torna progressivamente ad essere invisibile.

La soluzione non va ricercata nel riproporre i modelli classici della rappresentanza e degli istituti di partecipazione politica, ma neanche pensando di poterne prescindere. Occorre ridare slancio e vigore alla rappresentanza democratica, sintonizzata con la sovranità popolare e con i nuovi luoghi e strumenti di partecipazione e di democrazia diretta.

Solo così la luce potrà far uscire dall’ombra gli invisibili.