Smart cities”, le chiamano città intelligenti, ma di intelligente non hanno nulla. Sono delle prigioni a cielo aperto, secondo la definizione di Franco Fracassi, dove, in cambio di sicurezza e facilitazioni negli aspetti della quotidianità, si sta nella beata incoscienza, come il gregge di leopardiana memoria. Si vive controllati, con significative privazioni di libertà, in cambio dell’annullamento della facoltà di pensare. Una società dominata dalla tecnocrazia e dall’intelligenza artificiale.  

Questa nuova realtà, si sta realizzando abbastanza rapidamente, introdotta, subdolamente, passo dopo passo, prima con i telefoni cellulari, seguiti dallo smartphone, dall’internet delle cose, infine dal 5G. La tecnologia di 5a generazione, che si è aggiunta al 4G, ha incrementato significativamente le emissioni di elettrosmog e l’elettromagnetismo. Tutto è pensato per semplificarci la vita. Sdraiati in poltrona, possiamo chiedere alla nuova amica “Alexa”, la smart speaker di casa, di farci ascoltare la nostra musica preferita o svolgere altre azioni che ci risparmino fatica. L’introduzione delle nuove tecnologie e dello smartphone ha rivoluzionato le nostre vite producendo crescente dipendenza. Per strada vediamo persone che camminano a testa bassa con gli occhi fissi sul cellulare; al ristorante, famiglie con bambini seduti, immobili e silenziosi ammaliati dal tablet. Non scambiano una parola, non esprimono un pensiero, ma stanno tranquilli. Persino bimbi piccolissimi, portati in giro dalla mamma nel passeggino, piuttosto che esplorare il mondo che li circonda, sono ipnotizzati dal tablet che reggono in mano.

Il Trattato di funzionamento dell’Unione Europea sottoscritto da 27 Paesi e firmato nel 2007, con l’art.191, introduceva il “principio di precauzione ed azione preventiva” relativamente ai danni causati all’ambiente. A differenza da allora, oggi, abbiamo la certezza che l’uso dello smartphone causa dipendenza paragonabile a quella delle droghe e produce conseguenze di due tipi:

  • funzionali con ricaduta sulla manualità fine, incapacità di  scrivere usando carta e penna. Fenomeno diffusissimo tra gli studenti in età scolare che sono abituati a digitare.
  • Organici, a lungo termine, quali insorgenza di tumori, alterazioni nella funzionalità del sistema nervoso e riproduttivo, difficoltà di concentrazione. I danni sono maggiori quanto più giovane è l’utente. Ed ecco che arriva anche una nuova patologia, l’elettrosensibilità. Invalidante, non riconosciuta, sempre più diffusa in Europa e nel mondo. Costringe chi ne soffre ad una vita il più possibile lontana da dispositivi elettronici ed antenne 4G e 5G. Un grande problema vista la loro ampia diffusione che diventerà ubiquitaria.

Il governo Meloni, ha inserito all’interno del PNRR il Piano Scuola 4.0 che prevede la trasformazione digitale delle scuole di ogni ordine e grado in tempi rapidissimi. Una rivoluzione dell’insegnamento e dello spazio scuola chiamato “ecosistema di apprendimento”. Ci si troverà in una situazione virtuale che porterà all’incapacità di distinguere tra realtà e finzione. Basta con carta, penna e libri, testi da leggere, sottolineare, studiare a memoria, smontare e rimontare, sintetizzare. Tutto sarà virtualmente eterodiretto. Quindi, addio alla capacità di lavorare con il pensiero. Elisabetta Frezza parla di “annientamento programmato dei giovani” ai quali si sottrae la possibilità di sperimentare la realtà, immergendoli nella finzione. 

Da ex docente che ha dedicato tutta la propria vita lavorativa ad una scuola che aveva come obiettivo primario lo sviluppo dello “spirito critico”, a prescindere dai contenuti veicolari, tutto questo risulta inaccettabile. La scuola pubblica italiana che nel mondo è stata considerata un modello per il suo progetto educativo, si fondava su tre pilastri: gratuità, laicità, pluralismo. Un luogo in cui ogni discente sceglieva il modello di identificazione a lui/lei più consono, in cui venivano assicurate uguali opportunità di sviluppo della propria creatività.   

Generazioni Future, erede della visione rodotiana del mondo dei Beni Comuni, che li considera “le cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona che vanno salvaguardati nell’interesse delle generazioni future” si pone agli antipodi della ratio di questo mondo controllato dalle tecnocrazie e si opporrà con tutte le proprie forze e possibili iniziative alla sua realizzazione. Bisognerà informare i genitori del gravissimo rischio che corrono i loro figli e gli stessi studenti catturati dal “metaverso”. E’ necessario svegliare la coscienza di quei docenti che appaiono rassegnati e, a volte, persino favorevoli ad un progetto che, a lunga scadenza (forse nemmeno troppo lunga) farà a meno anche di loro. Abbiamo il dovere di risvegliare le coscienze per realizzare conoscenze. 

Per concludere, in tema di controllo e privazione di libertà, oggi, a livello internazionale, uno dei più scandalosi esempi è il caso di Julian Assange, il giornalista australiano che vive in condizione di cattività da 12 anni, di cui otto presso l’ambasciata dell’Equador a Londra e 4 presso il carcere di Belmarsh, conosciuta come la Guantanamo inglese per la durezza delle condizioni di vita dei reclusi. Tutto questo senza avere commesso alcun crimine, ma per avere svolto bene il proprio lavoro, rivelando crimini di guerra degli USA in Iraq ed Afghanistan anche contro civili e giornalisti. Da mesi, in tutto il mondo si moltiplicano iniziative nelle piazze, davanti alle Ambasciate USA, del Canada e del Regno Unito per chiedere la sua liberazione ed impedire che venga estradato negli USA dove pendono su di lui 18 capi di accusa. Sono partite raccolte di firme, realizzate mostre fotografiche, assemblee cittadine.  Da un momento all’altro, si aspetta il “DAY X”, la mobilitazione nel giorno in cui la Corte Suprema emetterà il verdetto. La moglie Stella Moris, non appena si conoscerà la data del pronunciamento, lancerà la mobilitazione planetaria per una manifestazione pacifica. Nel Sud Italia, è stata scelta la città di Catania per realizzarla. Su proposta di GF Sicilia, si è costituito il gruppo “Sicilia per Assange” di cui fanno parte sindacati, associazioni, partiti, movimenti, cittadini/e con un solo obiettivo, chiedere a gran voce, con la forza di chi sta dalla parte della giustizia, che Julian non venga estradato negli USA. 

Unendoci in un immenso abbraccio planetario con la famiglia di Julian, con tutti gli attivisti del mondo, con Free Assange Italy, urleremo: 

“Libertà per chi ha portato Verità”

Giusy Clarke Vanadia

GF Sicilia