Questa foto del Cinema Palazzo nel cuore di San Lorenzo, circondato nottetempo da un assembramento di polizia degno delle più spettacolari operazioni anti mafia, non avrei mai voluto vederla. Lì nella primavera 2011, qualche mese prima dell’esperienza del Valle, era nato il collettivo politico di artisti e lavoratori dello spettacolo da cui è partita in Italia la pratica costituente dei beni comuni.

Una stagione politica che la Fondazione Teatro Valle bene comune per prima ha provato a formalizzare con la sapiente guida di Stefano Rodotà, una stagione di grande creatività che al suo apice contava su una rete di almeno sette teatri o cinema chiusi o abbandonati emersi dall’oscurità come beni comuni. Fra questi luoghi simbolo della lotta per i beni comuni l’Asilo Filangieri di Napoli, la Cavallerizza di Torino, il Cinema America a Roma, il Pinelli a Messina e tanti altri ancora. Questa stagione artistica e politica che ha dato vita alla Costituente per i beni comuni ha subito, e ancora subisce, la repressione più ottusa, in nome di una legalità formale sempre meno credibile e sempre più baluardo di ogni abuso da parte del potere costituito.

Dopo gli sgomberi, questi magici luoghi di commoning, ammirati e premiati in tutta Europa, muoiono sacrificati all’assurdo totem della proprietà privata o dello Stato padrone. Una vergogna che tutti possono vedere facendo due passi in centro a Roma presso il Valle chiuso e fatiscente o a Torino in Cavallerizza divorata dalle erbacce. Che senso ha questo spreco? Esso è il prodotto di un potere fobico della democrazia che va sconfitto attraverso uno sforzo immenso di organizzazione e controegemonia. I beni comuni costituiscono una visione troppo importante, rivoluzionaria e necesssaria per essere lasciati all’improvvisazione e alla jacquerie. La creatività assolutamente essenziale va fatta convivere con nuove istituzioni del comune solide e capaci di organizzare una lotta di posizione che porterà all’egemonia.

Per questo è nato il Comitato Rodotà e per questo stiamo provando a trasformarlo in una potente organizzazione, una Cooperativa delfino che, con pratiche politiche innovative e intelligenti, potrà dare un importante contributo per invertire la rotta. Ci riusciremo? Dipenderà dai nostri numeri e dalla nostra intelligenza. Per questo voglio rinnovare l’invito: benicomunisti di tutto il mondo unitevi!

In italia il che fare, qui e adesso, è chiarissimo. Per questo iscrivetevi al Comitato Rodotà per dare vita insieme al Delfino.

Non ci faremo mai più sgomberare!

Ugo Mattei (Presidente Comitato Rodotà)

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  1. Giusy Clarke Vanadia 27 Novembre 2020 at 08:47 - Reply

    Grazie Ugo ! Grandissimo, come sempre ! È una ferita lacerante vedere questi luoghi di cultura e aggregazione sociale, in stato di abbandono. Aderite e fate aderire al Comitato. ????????????☀️

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