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Intervista di Claudia Benatti a Ugo Mattei, su TerraNuova.it

Sono una quarantina le organizzazioni e associazioni che, grazie a un comitato promotore promosso dal Comitato Rodotà (oggi società cooperativa di mutuo soccorso Generazioni Future  ), lavorano alla costituzione di una Rete Nazionala per i Beni Comuni e la conversione ecologica  . Che dovrebbe diventare operativa entro l’estate. Abbiamo intervistato il professor Ugo Mattei, giurista, docente di diritto civile all’Università di Torino e di diritto internazionale e comparato all’Università della California, nonché uno dei promotori e anima dell’iniziativa.

Professor Mattei, come e da quali promotori nasce la nuova Rete dei Beni Comuni? Dove affonda le sue radici e quali finalità si pone?

«La “Rete dei Beni Comuni  ” nasce su iniziativa dell’allora Comitato Rodotà e dell’Alleanza per la Generatività, per ampliare il più possibile il perimetro politico dei beni comuni al fine di renderli potenzialmente egemonici e trasformativi. E’ apparso chiaro, dopo la faticosissima raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare sul Disegno Di Legge Rodotà, che il mondo politico dei “professionisti dei beni comuni” era estremamente chiuso e polarizzato: tali sono state le resistenze identitarie che molte realtà in lotta per i beni comuni non solo non hanno aiutato la  raccolta firme, ma addirittura hanno avversato il Comitato Rodotà con metodi politicamente assai discutibili. Ne è seguita la necessità politica di immaginare nuove alleanze per fare in modo che i commons in Italia possano essere capaci di incidere sulla scena politica. Poiché il referendum sull’acqua era stato vinto dieci anni fa sopratutto grazie all’apporto del mondo cattolico, abbiamo deciso di iniziare di lì per costruire una rete le cui radici sono solidamente calate nella base sociale referendaria».

Quali sono i punti fondanti sui quali lavorerete e con quali ambizioni?

«Stiamo lavorando da un anno per mettere a fattor comune le risorse che ciascuna organizzazione vuole dedicare alla lotta per i Beni Comuni. Ciascuna delle organizzazioni coinvolte, in modo consapevole o meno, dedica parte della sua azione politica ai beni comuni (in senso lato): operiamo affinchè questi sforzi convergano tutti nella medesima direzione che è quella di trasformare i capitali in eccesso in Beni Comuni».

Come giudicate il quadro attuale delle scelte economico-sociali che si sono intraprese e si stanno intraprendendo nel nostro paese? Quali gli interessi in gioco e gli obiettivi secondo voi? Sono contemplati in questi gli interessi della comunità, i diritti dei cittadini, la salvaguardia delle libertà e dei beni comuni?

«Purtroppo in Italia dal referendum sui Beni Comuni in poi si è andati di male in peggio. Il popolo aveva espresso molto chiaramente il proprio no alle privatizzazioni a tappeto, ma è stato ignorato. Con il Governo Monti si è depoliticizzata quella fase storica. Oggi con il Governo Draghi si compie un’operazione simile. Le potenzialità della politica nazionale che, con la lotta al Covid, hanno mostrato di poter incidere sui processi economici e sociali in modo impensabile fino all’anno scorso, andavano a loro volta sterilizzate. Di qui una nuova naturalizzazione anche simbolica del dominio della finanza sulla politica, con l’adorazione del nuovo “salvatore”. Nel 2011 furono Draghi e Tricher a dichiarare finita la “ricreazione”. Nel 2021 direttamente Draghi con questo governo di ampia maggioranza. Sicuramente uno degli obiettivi è mostrare che non ci sono alternative a questa Europa, alla Nato, all’egemonia della finanza e al pensiero unico».

Quali saranno i vostri prossimi passi?

«Come Comitato Rodotà siamo confluiti nella Cooperativa di mutuo soccorso “Generazioni Future  ”, intergenerazionale e ad azionariato diffuso, proponendo una visione politica nuova, finalmente olistica. Se la Società Cooperativa si rivolge alle persone, la Rete si rivolge alle organizzazioni che intendano strutturare stabilmente i propri rapporti nell’ambito della lotta per i Beni Comuni, per poter agire di concerto in modo democratico e condiviso, ma anche finanziariamente ed economicamente provveduto, in una grande opera di ecoalfabetizzazione e di trasformazione di capitale in beni comuni. La prima azione importante sarà il lancio della rete che vareremo non appena raggiunte le 100 organizzazioni promotrici».

https://www.terranuova.it/News/Stili-di-vita/Ugo-Mattei-Rilanciamo-la-Rete-Nazionale-per-i-Beni-Comuni

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  1. Avelli.Antonio 26 Febbraio 2021 at 17:11 - Reply

    Condivido in pieno tutto quello che fate e che dite. Avanti tutta con sempre più impegno. Saluti

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