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di Oscar de Montigny Con l’approvazione del piano di riarmo da parte del Parlamento europeo, siamo di fronte a un momento storico critico: un nuovo trasferimento di risorse pubbliche, una crescente polarizzazione geopolitica e una progressiva erosione della partecipazione democratica. Se le crisi degli ultimi decenni – la crisi finanziaria del 2008, la pandemia del 2020, e ora l’emergenza bellica – ci insegnano qualcosa, è che ogni fase di instabilità è stata accompagnata da una massiccia redistribuzione della ricchezza verso i vertici della piramide economica, mentre i cittadini hanno visto ridursi diritti, garanzie e libertà di scelta. Le istituzioni democratiche, nate per garantire il bene comune, sono sempre più funzionali alla concentrazione di potere e ricchezza. Il risultato è un sistema in cui l’accesso alle risorse fondamentali – sanità, istruzione, pensioni, sicurezza economica – è progressivamente privatizzato e vincolato alla capacità individuale di indebitarsi o investire in strumenti finanziari sempre più speculativi. Ma il vero problema non è solo la crisi economica. È il declino della consapevolezza collettiva: quando l’economia diventa una trappola di vincoli e obblighi, e la politica una gestione burocratica dell’inevitabile, l’essere umano si riduce a un ingranaggio di un meccanismo che non controlla più. Eppure, la storia non è scritta in modo irreversibile. [...]