• Published On: 21 Luglio 2022

    di Davide Sabatino Se qualcuno pensa che la caduta(fuga) di Mario Draghi sia qualcosa di inaspettato, si sbaglia di grosso. Nessun analista politico degno di questo nome può far finta di non vedere quanto il gioco sia truccato. Infatti prima Draghi incontra Mattarella, poi annuncia le dimissioni, poi ritira le dimissioni, poi incontra solo Letta e il Centrodestra in via riservata, poi va in Parlamento e con tono arrogante (peggio del solito) si scaglia contro Lega e M5S (salvo chiedergli due minuti dopo la fiducia). Insomma un tira e molla ben architettato. Per non parlare dell’autoelogio (quello sì populista) di ieri al Senato, dove Draghi ha detto, commosso, che avrebbe riscontrato un sostegno al suo governo e una “mobilitazione senza precedenti” della maggioranza degli italiani nelle piazza e nei comuni d’Italia al grido “ti prego resta con noi” (un bluff che se non fosse tragico sarebbe ridicolo). Dopo questa ridda creata ad arte per far vedere quanto la sua volontà “tecnica” di salvare il paese fosse veritiera, e quanto invece la risposta “politica” fosse così poco etica e responsabile, è presto giunto in Parlamento con le idee chiare: provocare tre quarti del Senato affinché fossero loro a cacciarlo via e non lui a dover rassegnare le dimissioni, […]