• Published On: 17 Novembre 2023

    “Smart cities”, le chiamano città intelligenti, ma di intelligente non hanno nulla. Sono delle prigioni a cielo aperto, secondo la definizione di Franco Fracassi, dove, in cambio di sicurezza e facilitazioni negli aspetti della quotidianità, si sta nella beata incoscienza, come il gregge di leopardiana memoria. Si vive controllati, con significative privazioni di libertà, in cambio dell’annullamento della facoltà di pensare. Una società dominata dalla tecnocrazia e dall’intelligenza artificiale.   Questa nuova realtà, si sta realizzando abbastanza rapidamente, introdotta, subdolamente, passo dopo passo, prima con i telefoni cellulari, seguiti dallo smartphone, dall’internet delle cose, infine dal 5G. La tecnologia di 5a generazione, che si è aggiunta al 4G, ha incrementato significativamente le emissioni di elettrosmog e l’elettromagnetismo. Tutto è pensato per semplificarci la vita. Sdraiati in poltrona, possiamo chiedere alla nuova amica “Alexa”, la smart speaker di casa, di farci ascoltare la nostra musica preferita o svolgere altre azioni che ci risparmino fatica. L’introduzione delle nuove tecnologie e dello smartphone ha rivoluzionato le nostre vite producendo crescente dipendenza. Per strada vediamo persone che camminano a testa bassa con gli occhi fissi sul cellulare; al ristorante, famiglie con bambini seduti, immobili e silenziosi ammaliati dal tablet. Non scambiano una parola, non esprimono un pensiero, ma stanno tranquilli. Persino […]