• Published On: 18 Gennaio 2023

    di Luca Volpe Una civiltà che sostiene l’importanza dei dati, va su ciò controllata per verificarne la coerenza, specie se insiste in modi anche veementi su questa strada: raccolta, divulgazione e studio di essi, sono un complesso d’operazioni che lavora sui livelli intrecciati di scelte brevi e pianificazioni lunghe. L’uso dei dati e la loro elaborazione intellettuale è uno strumento politico-sociale e socio-culturale strategico in un’epoca che vede progressivamente una crescita esponenziale dell’importanza dei media. Nelle fasi acute della gestione dell’emergenza sanitaria e sul lungo periodo, l’uso e la diffusione dei dati sono stati decisivi per orientare le decisioni pubbliche, come il sentire comune e la creazione delle opinioni individuali ne sono stati influenzati senza scampo nella vita quotidiana; ma le scelte degli apparati politico-buracratico-amministrativi, in tutte le loro gerarchie territoriali, avevano una varietà d’opzioni che non sono state pubblicamente discusse, oscurando il dibattito fra le possibili alternative e instaurando approccio e conduzione della situazione molto rigido. Si vuol credere nella buonafede di questi apparati: non è piacevole pensare che quelle scelte siano state dettate da approssimazioni, superficialità, ostinazione o (peggio ancora) fossero eterodirette; c’è però la ragionevole sicurezza che la raccolta ed elaborazione dei dati non sia stata adeguata alla gravità della situazione. Non si tratterà […]